Salvia, il profumo dell'autunno!
"Perché dovrebbe morire l'uomo nel cui giardino cresce la salvia?"
Questo detto della Scuola Salernitana la dice lunga sulle proprietà curative che medicina ed erboristica da secoli attribuiscono alla salvia, ma anche sulla grande quantità di credenze popolari che le ruotano attorno. A esse si aggiungono certamente i ricordi dell'infanzia che, arrivato l'autunno, si legano in modo particolare a questa pianta aromatica e al persistente profumo che sprigionano le sue foglie e il loro utilizzo in cucina. La stagione fredda è infatti caratterizzata dalla grande presenza degli arrosti, nella cui preparazione e cottura la salvia è fondamentale.
E' una pianta aromatica molto conosciuta e preziosa non solo in cucina ma, fin dall'antichità, anche in erboristeria e nei rituali delle varie religioni e culture.
Fa parte della famiglia delle Lamiaceae che comprende anche il timo e la menta. Il suo nome deriva dal latino "salvus" , termine destinato a piante dalle supposte proprietà medicinali. Ne esistono oltre 900 specie delle quali la più usata è la salvia comune ( Salvia officinalis ).
Proviene dalle regioni costiere del nord del Mediterraneo e cresce spontanea in molte località.
Esistono tantissime leggende su questa pianta e svariate tradizioni popolari di differenti Paesi la associano alla longevità. Teofrasto, filosofo e botanico greco antico, affermò l'importanza e utilità della salvia nella sua opera "Historia Plantarum".
Era impiegata sia in Grecia che a Roma non solo come strumento di conservazione e, naturalmente, per la cottura degli alimenti, ma anche per la cura della persona. Presso i Romani inoltre era sacra, infatti ne celebravano la semina e la raccolta con specifici cerimoniali.
Tra gli scrittori dei secoli passati che ne testimoniarono la fama e i nomi utilizzati lungo i secoli e dai differenti Paesi c'è John Gerard, economista inglese del XVI secolo il quale, in un suo libro, affermò che in Inghilterra era molto utile per combattere e curare numerose malattie. Gli Arabi nel X secolo credevano che la salvia fosse in grado di prolungare la vita.
Le erbe aromatiche, tra cui la nostra protagonista, persero la connotazione popolare a partire dal Cinquecento quando, a causa dell'apertura di nuove rotte commerciali col Nuovo Mondo, le spezie subirono un lento ma inesorabile declino.
In Francia nel Seicento si produceva un prodotto molto particolare: l'aceto detto "dei quattro ladroni" il quale, tra gli ingredienti principali, aveva anche la nostra protagonista e si riteneva potesse proteggere da malattie infettive tra cui, addirittura, anche la peste. Le credenze infatti affermano che questo prodotto era usato da quattro ladroni per evitare il contagio nelle case degli appestati o dei morenti e poter rubare incolumi. Era un macerato a base di: salvia, lavanda, rosmarino e timo.
Secondo le credenze di matrice cristiana la salvia nascose Gesù bambino dai soldati durante la fuga in Egitto e, proprio per questo, la Vergine la benedisse donandole così i poteri benefici di cui gode.
Numerosissime credenze popolari si sono diffuse lungo i secoli: nell'Inghilterra del Medioevo, per esempio, si credeva che le giovani che erano in età da matrimonio alla Vigilia di Natale, più precisamente a Mezzanotte, dovessero raccogliere 12 foglie di salvia, senza danneggiare l'ultima. In questo modo l'ombra del futuro marito sarebbe apparsa alla luce della luna.
Era anche denominata "erba sacra" perché si riteneva fosse un potente afrodisiaco maschile e, al tempo stesso, protettrice delle gravidanze e della fertilità femminile. A tal proposito le foglie cotte nel vino generavano una bevanda utile per queste ultime necessità.
In cucina la salvia è utilizzata da lungo tempo in moltissimi modi: per profumare arrosti, sughi, salse ma anche impasti e anche in sfiziosi aperitivi.
Un profumatissimo dono della natura che l'uomo ha saputo utilizzare lungo i secoli e il cui profumo arricchisce ancora oggi la nostra vita quotidiana e gli orti autunnali in campagna.



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