Profumi dalla natura: piante aromatiche tra storia e cultura.

Per secoli l'artificio è stato uno degli aspetti più importanti della cucina e quindi delle preparazioni alimentari. Le materie prime non spiccavano quindi nei loro sapori originari ma erano cambiate attraverso le ricette in forme, colori e gusti prestabiliti. Tutto ciò avveniva non solo per ottemperare a norme di natura medica e dietetica ma anche per usi e convinzioni sociali e culturali (il prestigio delle spezie, la volontà di differenziarsi).
Naturalmente all'interno di questa grande tematica vi sono delle eccezioni, il Liber de Coquina, per esempio, inizia la sua trattazione parlando delle verdure, aspetto importante e per nulla scontato se si pensa che facevano parte di quegli alimenti che non erano di certo simbolo dei ceti elevati e, oltretutto, va anche ricordato che i libri di cucina non erano destinati a tutte le classi sociali.
Nonostante tutto ciò, gli aspetti su cui voglio riflettere in questo mio approfondimento sono due: da un lato va ribadito che, nonostante le divisioni e contrapposizioni sociali e culturali anche di matrice simbolica, vi è indubbiamente una base condivisa di cultura alimentare che determinò nel corso del tempo la presenza di prodotti dell'orto in tutti i ceti (naturalmente con le dovute differenze in relazione alla geografia ed alle usanze territoriali).

(Tractatus de Herbis, 1440)

Dall'altro, come si vedrà, le erbe aromatiche sono state nel corso del tempo un elemento importantissimo non solo in cucina e non solo nella cultura popolare.
Tornando però al tema centrale, ovvero la presenza di verdura e frutta e anche (come nel caso del nostro approfondimento) erbe aromatiche , nel panorama che comprende anche altri territori europei la cucina italiana o, per meglio dire, l'insieme delle cucine dei vari territori italiani, si sono sempre distinte per un uso elevato dei prodotti dell'orto. Naturalmente non possono mancare le erbe aromatiche che, parte della nostra cultura mediterranea, hanno da sempre trovato largo uso nel nostro Paese affiancandosi dapprima all'abbondante utilizzo delle spezie e poi, con la decadenza di queste ultime a seguito del loro deprezzamento dovuto alla scoperta dell'America, le hanno sostituite.
Costanzo Felici, botanico e naturalista italiano del Cinquecento, affermò che oltralpe vi fosse la convinzione che le insalate fossero un alimento tipico degli italiani ghiotti.

(Antonio Guarnerino da Padova, Herbe Pincte, Erbario
Figurato, 1441, Civica Biblioteca Angelo Mai, Bergamo)

Ma è indubbiamente nell'opera di Castelvetro che erbe e, in generale, mondo vegetale, trovano largo spazio e trattazione. Come ho già avuto modo di approfondire attraverso post precedenti, l'utilizzo ed il consumo di verdure ed erbe aromatiche non è ascrivibile ad un solo fattore ma ad una pluralità di elementi di diversa natura, fra tutti la posizione geografica dell'Italia che l'ha resa particolare non solo per quanto riguarda le rotte e gli scambi commerciali ma anche per il clima mite e la  possibilità di crescita di un elevato numero di piante e/o ortaggi. A ciò si aggiungono l'introduzione di specie nuove nel corso del tempo a causa di dominazioni straniere, guerre, influenze culturali; un insieme di fattori quindi estremamente eterogeneo ma interessante che nel corso dei secoli ha generato la grande presenza attuale.
Naturalmente tutto questo ampio discorso vale per il mondo vegetale in generale ma specialmente per le erbe aromatiche e, per essere precisi va detto che ad oggi le piante officinali comprendono quelle medicinali e quelle aromatiche. Una precisazione apparentemente banale ma necessaria se si pensa che nel corso della storia le une si sono intrecciate con le altre negli utilizzi ma anche nelle definizioni e, soprattutto, nella cultura.
Una presenza importante e assai antica se consideriamo che il loro utilizzo è attestato fin dai primi passi della storia dell'uomo e della sua evoluzione; a tal proposito nella sepoltura dell'uomo di Neanderthal vissuto circa 60 000 anni fa, gli archeologi trovarono polline di piante dalle proprietà curative.
Le piante aromatiche, soprattutto in passato, hanno svolto un ruolo essenziale non solo in cucina ma anche per la cura di numerosissime patologie e anche, per chi se lo poteva permettere, per la cosmesi. Oltre a ciò si univano naturalmente anche le proprietà esoteriche associate alle singole erbe o a composti a base di erbe aromatiche ed altri ingredienti.

(Ulisse Aldrovandus, Erbario Alchemico, Sedicesimo secolo)

Naturalmente tutti questi significati ed utilizzi nascosti erano presenti anche in appositi libri (erbari) o trattati che, oltre a fornire indicazioni sul loro utilizzo, ne analizzavano le caratteristiche ed origini; ho voluto infatti corredare questo post con alcuni esempi di illustrazioni su quanto appena affermato.
Naturalmente anche il grande mondo della religione si è intrecciato nel tempo ai significati ed alle simbologie che ho menzionato sopra ed anzi, fin dalle civiltà antiche le erbe aromatiche sono state protagoniste di numerosissimi miti e riti attorno all'origine o alla vita di diverse divinità delle varie culture mediterranee.
Per ultimo desidero menzionare l'importanza che le erbe aromatiche hanno avuto nella cucina ma, più in generale, nella vita dei ceti poveri, esse infatti non solo hanno insaporito piatti o curato malanni stagionali, ma hanno intessuto con generazioni di nostri avi legami molto saldi che sanno di territorio e sussistenza locale, sempre con rispetto e conoscenza delle risorse che ambiente e orto sapevano offrire.

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