Aperitivo, storia e curiosità di un rito moderno.

E' sotto l'occhio di tutti ormai, l'aperitivo è diventato una parte irrinunciabile dei weekend e, in sempre più casi, di ogni serata dopo il lavoro. Passare del tempo assieme per sorseggiare un drink, magari accompagnato da qualche stuzzichino, è anche l'occasione per socializzare, rilassarsi, conoscere altre persone e rivedere gli amici.
L'aperitivo diventa così importante nella durata e nell'offerta delle vivande da sostituire spesso i principali momenti dedicati al cibo, i quali perdono sempre più di considerazione, soprattutto tra i giovani. In una società frenetica in cui i pasti (soprattutto il pranzo) sono consumati da soli e in fretta per motivi di lavoro e studio, l'aperitivo è indubbiamente un momento che unisce. 


(Marcello Dudovich, Vermouth Bianco,
Martini & Rossi, Torino 1926 circa)

E' quindi una porzione di tempo quotidiano o settimanale preciso, che separa l'individuo dalla parte lavorativa e lo introduce nella vita sociale. Può apparire paradossale ma, è diventato talmente importante da essere definito il "rito dell'aperitivo", identificando così non solo la sua rilevanza, ma anche un insieme di pratiche e regole che lo definiscono. Esse delineano per esempio il modo di consumarlo, in piedi o seduti; oppure anche i drink di cui può essere composto: vino bianco, prosecco, spumante e tanto altro; anche gli stuzzichini che lo accompagnano, diversi da ogni territorio, alcuni nati appositamente per il nostro protagonista. Un esempio interessante è il "bertagnì" , uno dei pochi street food bresciani, consumato spesso durante questo momento; si tratta di baccalà ammollato (anticamente si utilizzava lo stoccafisso) che viene avvolto da pastella, fritto e accompagnato da un bicchiere di "bianco", vino bianco, oppure dal "pirlo", altra tipicità della terra bresciana costituita dall'unione di Campari, vino bianco fermo, acqua minerale gassata e una scorza di limone o arancia. Un esempio che è in realtà solamente la punta di un iceberg enorme costituito dalle infinite varianti territoriali sia di cibo che di bevande incastonate nelle nostre città.


(Etichetta Vermouth Gambarotta,
Distilleria G. B. Gambarotta & C.,
Serravalle Scrivia, Alessandria)

In realtà la funzione originaria del nostro protagonista è spiegata bene dalla sua etimologia "aperitivus", ovvero "che apre", una chiara connessione alle norme dietetiche antiche che attribuivano a questo momento la funzione di stimolare l'appetito, preparando il corpo al pasto vero e proprio. Presso gli antichi Romani prendeva il nome di "gustatio", un momento particolare che precedeva i banchetti lussuosi. Il consumo di varie vivande abbinate al "mulsum", vino romano caratterizzato da elevato contenuto di alcol e miscelato con miele e aromi, aveva la funzione di preparare al convito.
Era proprio il gusto amaro, particolare delle bevande che venivano consumate (e che è presente ancora in diverse bevande oggi), che svolgeva la particolare funzione. L'antico "vinum hippocraticum" , vino bianco dolce con aggiunta si spezie e piante aromatiche e medicinali aveva proprio questa funzione.
Tuttavia la storia dell'aperitivo moderno, per intenderci, vicino a ciò che intendiamo noi oggi, nasce con la creazione di alcune bevande che hanno fatto la storia non solo del nostro protagonista ma anche della società. In particolare a Torino nel 1786 Antonio Benedetto Carpano diede vita al famosissimo "vermouth", vino aromatizzato con china che conquistò l'alta società, tanto da diventare l'aperitivo ufficiale di Corte ( vermouth con China Carpano). Nome particolare che deriva dalla modificazione della parola wermut che in tedesco identifica l'artemisia maggiore, pianta medicinale impiegata anche per la produzione del distillato d'assenzio.
Altra città in cui l'aperitivo è forte, anche storicamente, è Milano. Alcuni pensano infatti che questo rito sia più milanese che torinese e si leghi al successo di nomi di prodotti (ma prima di tutto aziende) che sono diventate non solo dei leader ma anche parte della cultura gastronomica italiana; Ramazzotti e Campari. Quest'ultima è entrata anche nella storia dell'arte grazie alla cartellonistica pubblicitaria con le splendide illustrazioni realizzate da famosi pubblicitari e/o illustratori, come documenta l'esempio che ho inserito qua sotto.


(Fortunato Depero, Cordial Campari,1933)

Ma l'antichità, e in particolare il Medioevo, non furono importanti solo per la nascita e definizione, attraverso le pratiche legate alle norme medico-dietetiche, del nostro protagonista, ma anche per la sua strutturazione. La caratteristica dell'aperitivo infatti di disporre le proposte culinarie che lo compongono sul bancone del bar o, più spesso, all'interno di un piccolo buffet, è una chiara influenza medievale della strutturazione del pasto e della sua modalità di servizio.
Anche un momento apparentemente poco impegnativo come l'aperitivo è, in realtà, denso di significati, riti, proposte culinarie e bevande che sono frutto della storia e delle differenti elaborazioni territoriali. Un appuntamento moderno che ha radici antiche e curiose. Chissà se le conoscono i nostri ragazzi?!

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