Ceci in zimino: una zuppa per festeggiare!
Ci avviciniamo velocemente al Natale. Ho già avuto modo in molti approfondimenti degli scorsi anni di parlare delle tradizioni gastronomiche dolci e salate legate a questo periodo, dei prodotti tipici che siamo soliti consumare e delle materie prime che, secondo tradizione, vanno cucinate e portate in tavola. Generalmente siamo abituati ad associare le feste natalizie a pietanze sontuose, ricche di ingredienti, molto elaborate e sostanziose.
Esistono poi preparazioni che sono inaspettate perché possono apparire scarne, addirittura povere, ma in realtà costituiscono dei veri e propri trionfi di gusto, tradizioni e storia. In esse (anche se, a dire il vero, questo aspetto vale anche per tutti gli altri piatti) si concentrano le esigenze di famiglie o porzioni di territorio, le loro condizioni economiche, le vicissitudini sociali e culturali, insomma, un insieme di fattori a volte anche molto complicati che rendono un semplice piatto un vero viaggio di scoperta.
Altro aspetto estremamente importante sono le usanze popolari che nel tempo si sono legate ai dettami religiosi e hanno creato piatti buoni, interessanti ma, spesso, inaspettati. In molte località italiane infatti per la Vigilia di Natale è abitudine consumare cibi privi di carne, spesso caratterizzati dalla presenza di pesce o, in alcuni casi, anche completamente vegetali. I protagonisti di questo mio breve viaggio rientrano proprio in questa categoria.
I ceci in zimino sono infatti una gustosa zuppa ligure cucinata soprattutto per la Vigilia.
Come ho avuto modo di ricordare in altri approfondimenti, in passato i giorni di magro stabiliti dalla Chiesa, in cui cioè era proibito consumare carne (anticamente addirittura anche i derivati come latte, burro e, naturalmente, i pesci) erano moltissimi. Le vigilie delle solennità più importanti in particolar modo erano giorni in cui la preghiera e il digiuno erano fondamentali.
Altro aspetto importante è la connessione coi ceti sociali. I ceci in zimino, come moltissimi altri piatti sparsi lungo il nostro Paese, sono profondamente connessi ai ceti poveri che potevano permettersi pochi ingredienti, spesso anche per i giorni di festa. La nostra protagonista è una zuppa costituita da ceci e bietole il cui nome, tra l'altro, ha un'origine incerta.
Un elemento da non sottovalutare che rende questo come molti altri piatti molto complessi sul piano culturale è il valore simbolico degli ingredienti di cui è costituito. I ceci infatti sono da moltissimi secoli associati all'aldilà, al culto dei defunti ma anche alla vita ultraterrena, alla rinascita e, in generale, al trionfo della vita sulla morte. Proprio a motivo di questo insieme di simbologie i ceci in zimino vengono preparati anche in occasione della commemorazione dei defunti.
Va però precisato che, in realtà, di "zimino" ne esistono più tipologie, non solo quella legata al territorio ligure ma anche ad altre regioni. In alcuni territori (anche fuori dalla Liguria) viene aggiunto pesce di vario tipo o altri ingredienti. Solo in Sardegna con questo termine si indica una pietanza che non c'entra nulla con la zuppa di ceci di cui ho appena argomentato.
Cucine, tradizioni, sapori e riti culinari antichi che fanno di una zuppa una pietanza lontana anni luce dalla semplicità, sia gustativa che simbolica e culturale, un vero trionfo insomma, per festeggiare uno dei periodi più amati da grandi e piccini.
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