Raccontare la Calabria: straordinario Corrado Alvaro.

 

Ho già avuto modo di analizzare l'importanza del cibo nel definire l'identità di un popolo o anche di una precisa porzione territoriale. La sua storia, le tradizioni sociali e culturali, il modo di rapportarsi col passato e il presente possono essere investigati e delineati anche attraverso la tavola.

Del resto il cibo è, si, un elemento importantissimo dell'esistenza umana ma, proprio per questo, risente profondamente delle sue contraddizioni, delle ingiustizie, delle diversità ma anche delle caratteristiche positive e delle aspirazioni umane. Del resto ciò che portiamo sulla nostra tavola unisce e divide, serve per aggregare una comunità ma, allo stesso tempo, per sancirne le differenze al suo interno.

L'alimentazione poi racconta la vita, le condizioni sociali ed economiche, le credenze e i desideri, le speranze e le delusioni. Proprio questo tesoro particolare e straordinario è stato utilizzato nel corso del tempo da numerosi scrittori che hanno reso il proprio lavoro anche un modo per documentare e denunciare. L'esempio che vi propongo oggi rientra perfettamente in queste tematiche.

Corrado Alvaro (San Luca, 15 aprile 1895 - Roma, 11 giugno 1956) fu uno scrittore, giornalista, poeta e sceneggiatore italiano. Seppe descrivere attraverso le sue opere la vita dei ceti bassi, i loro lavori il modo di cibarsi e, addirittura, di consumare i pasti e le tradizioni alimentari a cui erano profondamente legati.



(Corrado Alvaro, anni Venti circa)


"Gente in Aspromonte", oltre a essere la sua opera più conosciuta e letta, è un esempio significativo di quanto appena affermato sopra. E' una raccolta di 13 racconti considerati un modello molto importante del nuovo Realismo del Novecento. Fu pubblicata la prima volta a Firenze nel 1930 e racconta le vicissitudini dei pastori in Aspromonte, la loro vita e i lavori che scandivano i loro giorni, soprattutto quelli che ruotavano attorno al cibo: fare il formaggio e i grandi pentoloni di latte che cuocevano nelle povere case contadine sono tra le immagini più belle e dure che ci ha consegnato.

Tanti i temi che emergono attraverso questa e altre opere. Argomenti che riguardano non solo il passato ma che interrogano l'uomo ancora oggi e che, in alcuni casi, sono anche estremamente attuali. Emergono, per esempio, le problematiche legate alla condizione femminile, al diritto e al rispetto della donna; il racconto "La pigiatrice d'uva" presente nella raccolta citata sopra ci fornisce un esempio di quanto appena affermato. Al suo interno il mondo del vino e i suoi lavori fanno da cornice a una storia di amore, gelosia e possesso, temi che, ancora oggi, purtroppo esistono. Anche altre opere narrano della condizione della donna all'interno della famiglia e della sua sottomissione al padre; il racconto "Teresita" ne è un esempio significativo.

Tuttavia l'esempio più importante della centralità del cibo per lo scrittore e, in generale, per la terra da cui proviene è il racconto poco conosciuto intitolato "La cavalla nera" in cui il protagonista descrive un viaggio in treno durante il quale, vicino a lui, era seduta una monaca. Quest'ultima, ad un certo punto, iniziò a consumare della frutta. Dal modo di masticarla l'uomo capì che proveniva dalla sua terra.

Nella stessa opera lo scrittore espone un altro aspetto estremamente interessante: gli uomini tendono (in alcuni casi tentano) di dimenticare il passato, tuttavia tutte le loro convinzioni fasulle e le loro idee vengono tradite dal modo più profondo che hanno di comunicare: quello dei gesti e dei modi legati al consumo degli alimenti.

Nei suoi racconti poi sono presenti i riti legati al cibo e alla sua trasformazione come l'uccisione del maiale o le preparazioni fatte in occasioni di festività particolari o momenti specifici della vita di un uomo o della famiglia di appartenenza (come ad esempio il Natale o un matrimonio). Proprio in questo caso, in una narrazione, l'autore racconta che i lavori per realizzare il presepe si mescolano nel paesaggio agli aranci carichi di frutti colorati e profumatissimi e ai panorami mediterranei, così come i lavori quotidiani si confondono con i primi preparativi per la festa.

Poesia, documento e storie di una terra straordinaria e di uno scrittore forse poco valorizzato ma che andrebbe riscoperto per comprendere meglio non solo la sua importanza per la letteratura italiana ma anche per la cultura del cibo. 

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