Metafore della tavola nell'arte.

Le rappresentazioni della tavola nell'arte da sempre hanno assunto significati ben al di là della pura documentazione storica e culturale.
Tra le tante valenze che esse hanno assunto nei secoli e nelle varie modalità di raffigurazione è possibile citarne alcune che gettano una luce importante non solo sulla molteplicità di aspetti riguardanti questo pezzo di vita pubblica e privata dell'uomo ma anche le implicazioni culturali, storiche e sociali che sono sorte nel corso dei secoli.
Prima di tutto hanno da sempre costituito uno sfoggio di magnificenza ma anche esibizione di potere; questi aspetti sono stati utilizzati dagli artisti nel corso del tempo anche in senso negativo, come critica, contestazione e arma per denunciare la decadenza sociale e culturale.
Ma la tavola è stata nel corso del tempo anche espressione di uno stato d'animo, tanti sono i temi che potrebbero essere sviluppati e che si sono intrecciati nei secoli, ne desidero citare solo alcuni: la sua rappresentazione è stata nel corso del tempo prima di tutto rifugio dalla realtà esterna, non priva di pericoli, ma anche luogo fisico e al tempo stesso immateriale di raccoglimento e pensiero autentico e, allo stesso tempo, manifestazione di uno stato d'animo.

(Giuseppe De Nittis, Colazione in giardino, 1883)

Sotto quest'ultimo aspetto possono raggrupparsi tutti i diversi sentimenti che caratterizzano la vita dell'uomo e quindi gli avvenimenti che la costellano: le festività dell'anno, avvenimenti importanti come matrimoni o nascite ma anche eventi negativi o meno piacevoli. Sotto questi aspetti la rappresentazione della tavola può manifestare un senso d'attesa ma anche malinconia, sia dell'artista che dei personaggi ritratti nell'opera.
Ma queste rappresentazioni particolari possono essere di fondamentale importanza in quanto testimoni del loro tempo e di tutti gli aspetti che lo caratterizzano (sociali, culturali, storici); la tavola quindi può divenire anche metafora del reale: dai contadini alla vita rurale alle tavole del popolo e dei poveri.
Se si dovesse estendere poi l'argomento alla tavola non apparecchiata, essa diventa il luogo fisico (ma anche simbolico) in cui si riunisce la famiglia, si parla, si raccontano i fatti della giornata ed i lavori quotidiani, in cui si vive insomma, soprattutto nella vita di campagna dei secoli scorsi. Le tavole quindi sono state utilizzate nel corso dei secoli come espressione della quotidianità dei poveri ma anche dei ricchi.
E' utile anche ricordare come le metafore associate alla rappresentazione della tavola nel corso del tempo  subiscono variazioni in funzione agli avvenimenti storici ed alle loro conseguenze non solo sull'intera popolazione ma anche sul modo di dipingere da parte degli artisti.

(Caravaggio, Cena in Emmaus, Londra, National Gallery)

Infine desidero concludere questo breve viaggio con la presenza della tavola nell'ambito religioso e, nello specifico, nell'esegesi biblica dei secoli scorsi. La mensa apparecchiata infatti rimandava alle Sacre Scritture e divenendo un parallelo tra un aspetto materiale (ovvero il luogo appunto in cui si assume il cibo), ed uno spirituale (ovvero dove si  assume la vera dottrina); in quest'ottica la tavola apparecchiata è il riferimento all'altare dove si celebra il sacrificio eucaristico.
Significati e parallelismi, quelli che ho voluto esporre in questo articolo, che hanno passato i secoli e sono giunti fino a noi attraverso i quadri di ogni epoca che, oltre a destare la nostra ammirazione, possono fornirci informazioni utili sulla storia sociale e culturale di chi ci ha preceduto.

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