I colori del cibo: bellezza, storia, simboli e salute.

 

Il colore del cibo è un aspetto importantissimo, ancora oggi! Esso infatti anticipa, attraverso la vista, ciò che si potrà percepire col gusto. A volte questo aspetto fondamentale dell'alimentazione può però non corrispondere alle aspettative o, addirittura, fuorviare il consumatore.

L'immagine dei cibi è stata nel corso della storia essenziale non solo per i risvolti di tipo pratico associati, soprattutto, all'uomo primitivo, ma anche per le connessioni culturali e sociali che si sono affiancate ai vari colori nel tempo.

La prima associazione quindi che è necessario menzionare in questa complessa tematica è il rapporto tra cibo e salute. Oltre infatti a essere un potenziale elemento per predire la salubrità di un alimento, il colore è da sempre considerato una parte importante, con modalità differenti, per mantenere in salute l'individuo.

Oggi infatti si raccomanda di consumare frutta e verdura appartenente alle cinque famiglie di colore: verde, giallo-arancio, rosso, blu-viola, bianco. Ognuna di esse è associata alla presenza di determinate sostanze benefiche molto importanti. Anche in passato il colore contribuiva a mantenere sano l'individuo, più però per gli aspetti simbolici a esso associati che per certezze scientifiche. Il bianco infatti, simbolo di leggerezza e digeribilità, era connesso a determinate categorie come malati, monaci o particolari periodi dell'anno. Il biancomangiare, famosissimo, deriva proprio da queste valenze sociali e culturali, da cui derivò poi l'espressione "mangiare in bianco".


(Vincenzo Campi, Still-Life, XVI secolo, Collezione privata)

Il colore del cibo, anche in riferimento a quanto appena esposto, è associato a occasioni particolari: i matrimoni e la morte sono due esempi significativi. Sono numerosissime infatti le tradizioni che in ogni Paese legano a questi grandi eventi della vita piatti dai colori specifici: bianco e oro per i matrimoni a simboleggiare fertilità e fortuna, colori scuri per il lutto o, al contrario, chiari come simbolo della speranza nella resurrezione. 

In passato il colore nell'alimentazione è stato associato anche naturalmente ai periodi dell'anno, in particolar modo a Carnevale e Quaresima. Questi due grandi mondi infatti, che univano il calendario civile con quello religioso, necessitavano di cibi appropriati, anche dal punto di vista cromatico. Il biancomangiare, citato in precedenza, aveva proprio anche un ruolo penitenziale.

Il colore ha avuto nel tempo anche un ruolo sociale importante: sia per i ceti elevati che per quelli bassi. Per i primi era sinonimo di esibizione di potere, rimando alle disponibilità economiche, al commercio fiorente e alla contaminazione culturale. L'utilizzo delle spezie che per lungo tempo caratterizzò la cucina aristocratica è un esempio significativo di quanto appena affermato. Non solo profumi e gusti intensi ma anche colori che richiamavano, come nel caso dello zafferano, ricchezza e prosperità.

Dall'altro lato il colore per i ceti poveri era invece sinonimo di scarse (o in alcuni casi nulle) possibilità economiche.  Del resto i pani fatti con surrogati della farina o, addirittura, in casi eccezionali anche erbe o tipi di argilla commestibili sono una testimonianza importante dell'associazione tra colore e fame.




Prodotti surrogati, e quindi colori, che nel tempo caratterizzarono molti alimenti e bevande tanto da essere associati in modo quasi indissolubile a essi, si parla infatti spesso di "colori della fame" quando si fa riferimento agli aspetti appena menzionati.

Ma il rapporto analizzato in questo approfondimento è declinato anche nell'accezione colore/qualità e freschezza. Esso infatti è fondamentale per definire, attraverso una prima analisi, i cibi prima di acquistarli. Non è infatti un caso se l'industria alimentare è molto attenta all'aspetto di cibi e bevande, addizionandoli con varie sostanze o intervenendo attraverso opportuni trattamenti affinché i colori non si alterino nel tempo o possano essere più intensi rispetto a quello che realmente sono.

Il marketing infatti attribuisce un ruolo importante al nostro protagonista, come elemento fondamentale per attirare la clientela e creare un prodotto con un'immagine ben precisa di sé. In questo contesto la pubblicità dedicata ai più piccoli è estremamente colorata e vivace, soprattutto quella dei cibi insani.

Il colore è quindi parte integrante della struttura fisica di cibi e bevande, ma anche della loro cultura e delle tradizioni di cui sono portatori. Prestare attenzione anche a questo aspetto vuol dire considerare il mondo alimentare nella sua globalità ma anche, inevitabilmente, la sua importanza nella vita dell'uomo e nelle molteplici espressioni attraverso le quali essa si articola. 

Del resto, anche nei nostri viaggi nelle mete più lontane, ci portiamo con noi due elementi fondamentali del ricordo: i profumi e i colori che abbiamo vissuto e sperimentato di un dato Paese e delle sue tradizioni. Elementi importantissimi per definire una cultura e il cibo attorno a cui essa si riunisce.

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