Tra simbolismi e il vero: rappresentazione della frutta nell'arte.

 

La frutta vanta senza dubbio un lunghissimo rapporto con l'uomo, essa infatti ha costituito una delle prime tipologie di cibo consumate. Già nell'arte e, soprattutto, nelle forme di culto primitive fu presente e assunse un ruolo importante nei riti funerari; è tuttavia con le antiche civiltà che la frutta ricoprì un ruolo importante non solo nella vita di tutti i giorni ma anche nella cultura, nella religione e, soprattutto, nelle forme artistiche.

La frutta è infatti da sempre veicolo di simboli e, conseguentemente, significati molto potenti: è anzitutto sinonimo di fertilità, vita ma fu anche emblema di prestigio sociale e possibilità economiche.

Durante il Rinascimento fu un elemento fondamentale nell'apparecchiare le tavole di nobili e potenti: le composizioni infatti, oltre che solleticare il gusto, dovevano abbellire ed esibire ricchezza e raffinata ricerca del bello.

Ebbero tuttavia un rapporto contrastato con la medicina, sebbene infatti il loro consumo venisse considerato negativamente, col passare del tempo e attraverso i giusti abbinamenti potevano risultare addirittura salutari. La frutta poi, a causa della loro scarsa conservabilità, dell'esigenza (secondo i dettami della medicina antica) di essere consumata con i giusti abbinamenti ma anche, aspetto curioso, di essere collocata prevalentemente in alto sugli alberi e non a terra (simbolismi molto sentiti in passato), per lungo tempo fu considerata una tipologia di alimento velleitario destinato solo ai ceti elevati.



(Cornelis de Heem, Natura morta con cesto di frutta, 1654 circa, 
Museo Nazionale d'Arte Occidentale, Tokyo)


A partire dalla fine del Seicento ma, ancor più nel Settecento, la frutta divenne la protagonista dell'interesse di naturalisti e studiosi europei.

Tutti gli aspetti storici e culturali esposti fino a ora hanno influito anche, inevitabilmente, sull'arte e le forme di rappresentazione della nostra protagonista, divisa tra realtà e simbolismi profondi.

L'arte quindi, anche in questo caso, è stata nel tempo testimone del forte legame che la frutta ha avuto con l'uomo e la straordinaria complessità di un rapporto che si è costantemente evoluto nel tempo.



(Caravaggio, Ragazzo con canestra di frutta, 1593 - 1594,
Roma, Galleria Borghese)


La natura morta è certamente una delle modalità prevalenti attraverso cui la frutta è stata rappresentata lungo i secoli; l'opera inserita qui sopra di Caravaggio ne costituisce certamente una particolare versione. In questo caso la rappresentazione particolareggiata dei vari frutti si mescola con i profondi simbolismi di cui sono portatori. La canestra infatti è immagine delle Sacre Scritture, scrigno di un contenuto dolcissimo.

Estremamente potente e meravigliosa è anche la scena ritratta dallo stesso artista qui sotto. Al pane, simbolo per eccellenza dell'Eucarestia, al volatile cotto sinonimo di sacrificio e al vino, allusione al sangue e alla passione del Cristo, si unisce il cesto di frutta che, anche in questo caso come nel precedente rappresenta l'unione delle Scritture, Antico e Nuovo Testamento, fonti inesauribili di nutrimento per l'anima.



(Caravaggio, La cena in Emmaus, 1596 - 1602, Londra, 
National Gallery)


Richiami tra sacro e profano sono presenti anche nell'opera che ho voluto inserire qua sotto: se infatti la presenza di alcune tipologie di frutti come il fico e la melagrana richiama inevitabilmente agli elementi che caratterizzano la religione, non mancano certamente nemmeno i collegamenti materiali legati ai cinque sensi e, soprattutto, alla loro importanza nel legame dell'uomo col cibo.



(Jaques Linard, I cinque sensi, 1638, Strasburgo,
Musée des Beaux-Arts)


In passato ma, soprattutto, nell'arte contemporanea la frutta entra anche per sensibilizzare l'uomo sui temi legati all'ambiente, al cambiamento climatico e agli aspetti etici del vivere e nutrirsi.

Particolarmente conosciuta è la Vegan art, la cui rappresentante di spicco è Amber Locke, blogger divenuta famosa grazie alle sue opere ispirate alla Food art. Il suo lavoro è caratterizzato dalla realizzazione di forme belle e insolite utilizzando frutta tagliata, foglie, verdura e petali di fiori.

Sakir Gokcebag invece è un artista turco che realizza delle bellissime sculture, che poi immortala attraverso la macchina fotografica.

Emblematico è anche Peter Pink con le sue patate che indossano occhiali da sole a Berlino, una denuncia agguerrita al consumismo e, soprattutto, ai fast food.

Simbolismi, presenze e messaggi che testimoniano il forte rapporto tra la frutta e l'uomo nel tempo ma, soprattutto, la sua solida presenza all'interno della vita umana e i differenti aspetti che la caratterizzano. Un modo diverso ma bellissimo per scoprire una parte di noi e, soprattutto, del nostro stare con la natura.

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