Il pane nell'arte: dal Medioevo al Seicento.

Il pane è l'alimento che forse più di tutti rappresenta l'alimentazione umana. La sua presenza affonda le proprie radici nella storia dell'uomo, modificandosi e differenziandosi in innumerevoli varianti dettate dal clima, fattori culturali, materie prime e tecniche utilizzate. Tutta questa ricchezza altro non è, in sostanza, che la materializzazione di un mutamento: da l'uomo nomade e cacciatore a quello stanziale dedito all'agricoltura e all'allevamento. Ma "fare il pane" è anche segno di un rinnovato rapporto con la natura e un'accentuata evoluzione culturale.
Tutti questi temi meriteranno prossimamente un approfondimento volto ad indagare il ruolo del pane nella storia umana; oggi, con questo articolo, vorrei soffermarmi invece sulla presenza di questo alimento nell'arte, sulle sue modalità di rappresentazione e sui suoi significati. Un percorso anomalo forse, solitamente si è abituati ad intraprendere prima un cammino storico e poi addentrarsi sempre più nella ricerca, indagando campi differenti. Credo invece che l'osservazione dell'arte possa consegnare dei "modelli predittivi" capaci di delineare, seppur grossolanamente, questo antico e consolidato rapporto.

(Il pane, affresco pompeiano)

Il pane, non dimentichiamolo, è anche e soprattutto il simbolo della condivisione, sinonimo di coesione e legame sociale, culturale e anche religioso. Ricordarsi di questi aspetti credo sia fondamentale quando si osserva l'arte per conoscere meglio questo tema.
Nel periodo che prendo in analisi poi, queste simbologie furono particolarmente vive e sentite a causa dell'enorme importanza che rivestiva l'aspetto religioso nella vita quotidiana. Se infatti nel Vecchio Testamento esso era simbolo della Provvidenza Divina (Qo 9, 7) , col Nuovo Testamento le cose cambiano poiché diventa l'immagine di Cristo e del Suo sacrificio ma anche della carità, donando consolazione sia dal punto di vista fisico che spirituale.
Per Filippo Picinelli, teologo e studioso agostiniano rappresenta, a motivo del suo lungo processo di preparazione, il travaglio pieno di frutti che, una volta superato, rende più forte lo spirito.
Arte sacra e profana lo vedono come protagonista in numerose opere nel corso dei secoli, come vedremo ora qui di seguito.

(Giotto, La morte del cavaliere Celano, 1297-1300,
Assisi)

La tovaglia della mensa presenta decori tipici del Centro Italia, documento vivo di usanze e tradizioni locali. Essa veniva utilizzata sia per la mensa quotidiana che, similmente, per scopi liturgici, ad indicare l'unione delle due mense. Il pesce in primo piano è un chiaro riferimento a Cristo e il pane contrassegnato con la croce è un richiamo al pane eucaristico.

(Gérard David, Madonna con un cucchiaino da
tavola, 1515, Bruxelles, Musées Royaux des
Beaux-Arts)

Nel quadro sopra sono presenti elementi sacri e profani: la mela rappresenta tradizionalmente il Peccato originale; il latte, alimento tipico degli infanti rappresenta la maternità della Vergine; il pane simboleggia il sacrificio eucaristico che redime dai peccati (mela).
L'ultimo quadro che propongo qua sotto invece non è a tema religioso.

(Lubin Baugin, Natura morta, 1635-1640, Parigi, Louvre)

La natura morta rappresentata nell'ultimo quadro proposto altro non è che una raffigurazione dei cinque sensi che portano ai piaceri sensuali e carnali e quindi una sottile denuncia di alcuni falsi valori della vita, non a caso il pane associato al vino è qui a simboleggiare l'aspetto più concreto (e più facilmente individuabile) del senso del gusto.
Come è stato brevemente visto il pane è divenuto simbolo di aspetti religiosi, ma anche fonte di denuncia sociale e, per noi posteri, documento prezioso di stili di vita, preparazioni ed usi ormai parzialmente estinti. Ho preferito dare una spiegazione breve e concisa dei quadri proposti per lasciar spazio all'analisi personale che verrà poi supportata, come ho già scritto, da un percorso storico.

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