Minestrone, tutto il gusto della semplicità!

 

Minestroni, minestre e zuppe sono preparazioni apparentemente semplici ma gustosissime che sono amate da un numero sempre maggiore di persone. Sono tanti i motivi che li hanno resi negli ultimi anni delle pietanze molto amate: desiderio di gustare qualcosa di buono e semplice, fascinazione del passato e del mondo contadino a cui spesso si legano (la maggior parte delle volte, purtroppo, solo a scopo di marketing) ma anche voglia di mangiare qualcosa di sano.

Queste golosità però in passato erano associate alla gente povera e contadina, a chi non poteva permettersi cibi più sostanziosi ma poteva contare solo sui pochi ortaggi che il povero orto domestico poteva offrire, soprattutto durante la brutta stagione. Venivano spesso arricchiti con un battuto di lardo, cotenne o ossa di maiale oppure anche croste di formaggio. Tutti elementi poverissimi che la dicono lunga sul passato alimentare delle generazioni che ci hanno preceduto.

Anche la stagionalità e il desiderio di recupero e di un rapporto più autentico con la natura sono fattori che influiscono positivamente sulla loro scelta oggi.





In passato però i minestroni e le minestre erano cibi che venivano offerti ai poveri, ai malati e ai pellegrini in ospedali, monasteri e ostelli.

Il minestrone è certamente, per sua natura, una preparazione non univoca ma che varia molto in funzione di numerosi fattori: la stagione in cui viene preparato, la disponibilità di determinate materie prime rispetto ad altre, i gusti personali e le tradizioni territoriali di appartenenza.

Per quanto riguarda la loro presenza nella storia già le antiche civiltà consumavano preparazioni simili ai nostri protagonisti. In realtà erano delle vivande che, pur mantenendo la loro associazione con le classi povere (come ho già accennato in precedenza), variavano molto nella loro costituzione in base al ceto che le consumava, più era alto più poteva permettersi di aggiungere pezzi di carne o altri ingredienti che non erano appannaggio di tutti. Naturalmente la scelta delle materie prime era influenzata anche dalla loro conoscenza/presenza sui mercati; patate e pomodori sono due esempi significativi di questo aspetto.

Il minestrone è comunque un piatto profondamente associato alla cucina italiana, tanto da esistere in numerosissime versioni differenti da una zona all'altra; alcune, tuttavia sono più conosciute rispetto ad altre.

Il minestrone alla milanese è un piatto di origine contadina ed era preparato con gli ingredienti e le materie prime che generalmente si trovavano nella Pianura Padana. E' caratterizzato anche dalla presenza del riso e di un pezzetto di cotenna di maiale per renderlo più nutriente e saporito. E' condito con formaggio grattugiato ed è diffuso in molte province lombarde.

Anche il minestrone alla genovese è un piatto di matrice povera e i cui ingredienti variano leggermente in funzione alla reperibilità delle verdure. Ad esse, come nel caso precedente, è aggiunto riso o più spesso pasta corta rotta denominata "scuccuzzù" o anche i "bricchetti". Le prime sono delle palline la cui origine è molto lontana, le seconde invece sono leggermente allungate; infine non può mancare il pesto che conferisce gusto e freschezza.

Il minestrone toscano è molto semplice, costituito in genere da verdure (anche quelle a foglie) e pasta.

Il minestrone alla napoletana invece è composto da verdure (a volte è presente anche la rapa) e riso; alla fine è insaporito con parmigiano o pecorino.

Il minestrone calabrese o "millecosedde" è un piatto molto ricco composto da un vasto assortimento di verdure e legumi. Anche in questo caso varia da zona a zona e può contenere anche cotenna di maiale o pancetta.

Un insieme di tradizioni, usi e gusti che fa capire bene come un piatto apparentemente semplice come il minestrone è invece un concentrato di sapori e profumi ma anche storia e abitudini alimentari che, speriamo, non vadano persi.

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