Il mercato, incontro tra uomo e cibo.


I mercati, sia oggi che in passato, non sono solo punti d'incontro di uomini e materie prime, ma anche fonte di conoscenza e scambio tra culture diverse, scoperta di prodotti e tradizioni differenti dai propri; va anche detto che la loro nascita e diffusione furono importantissime per la storia del cibo.
Come però sono nati? Indubbiamente, da un lato, attraverso la circolazione dei prodotti in luoghi diversi da quelli di produzione, oppure anche come esigenza di scambio di materie prime differenti (baratto) per sopperire a mancanze e/o carenze.


(Telemaco Signorini, Mercato Vecchio a Firenze, 1882-83)


Certo è che l'aggregazione tra vari venditori ambulanti, che prima di tutto erano produttori, a determinate scadenze predefinite dell'anno civile (attraverso accordi tra di essi o con il signore o nobile del luogo), oppure in riferimento a ricorrenze di carattere religioso come feste patronali o solennità, erano tra le due forme possibili attraverso cui l'aggregazione si verificava.
Nello sviluppo del mercato indubbiamente il fenomeno di formazione, diffusione e modificazione delle città ebbe un ruolo determinante. Come ho appena ricordato, pur con tutte le mutazioni che ha subito nel corso dei secoli, questo sistema ha conservato alcuni caratteri ed elementi tipici che sono rimasti invariati lungo il tempo. Essa infatti non solo governava il territorio, univa realtà differenti attraverso la circolazione di merci e prodotti alimentari ma soprattutto idee e uomini. E' nel mercato cittadino infatti che si realizzavano appieno queste variabili, attraverso caratteristiche proprie particolarissime che si potrebbero raggruppare in due strutture principali, esso era infatti: centripeto perché al suo interno si concentravano le risorse dei territori limitrofi ad esso dipendenti; centrifugo perché spesso, oltre ad essere rivolto ai bisogni ed esigenze locali si apriva a scambi e circolazioni anche con altri mercati e/o territori.




Ma, tornando all'aspetto puramente storico, nella Roma imperiale il mercato divenne una vera e propria manifestazione dell'Impero, della sua vastità e della diversità di culture, popoli, usi alimentari e socio-culturali che li caratterizzavano.
Non si può non ricordare come per un periodo lunghissimo, ovvero dal tardo Medioevo fino addirittura al XIX secolo il nostro protagonista svolse un ruolo assolutamente centrale nell'affermazione e diffusione di prodotti alimentari, gusti, influenze culturali e mode.
Ovviamente, come ho voluto testimoniare con le immagini dei quadri di questo articolo, nell'arte ha spesso giocato un ruolo importante, consegnandoci così significative testimonianze non solo di usanze e tradizioni, ma anche di assetti sociali e culturali differenti nei luoghi e nel tempo.
Nel XVIII secolo, per esempio, le scene artistiche di mercato erano elementi per dimostrare la sconfitta definitiva (credenza illusoria, in realtà) della fame attraverso la celebrazione dell'abbondanza e della diversità.


(Canaletto, Il Campo di Rialto, tra il 1758 e il 1763,
Gemaldegalerie, Berlin)


Una diversificazione del nostro protagonista, ma anche della sua conseguente rappresentazione nell'arte, fu quello coperto originatosi a fine Ottocento, fenomeno che è lontano dall'essere effimero o di poco conto perché consentì la nascita e affermazione di insegne e cartelloni apposti al di fuori degli edifici che permettevano la scelta dei prodotti ma che furono, al tempo stesso, oggetto di un'intensa evoluzione artistica e culturale. A metà del secolo scorso infatti grandi e famosi pubblicitari fecero molte tipologie di manifesti destinati ai differenti mezzi di comunicazione che furono, in realtà, delle vere e proprie forme d'arte e di comunicazione che, ancora oggi, costituiscono un pezzo di storia dei consumi alimentari estremamente interessante e significativo.
Luoghi di incontro quindi, scambio ma anche confronto, una porzione di storia insomma del nostro sistema culturale e sociale!

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