La tradizione italiana in un film: Big Night !
Big Night è un film del 1996 diretto da Stanley Tucci e Campbell Scott.
Primo e Secondo Pileggi sono due fratelli e ristoratori d'origine italiana (abruzzesi) emigrati negli USA dove hanno aperto un loro ristorante nella East Coast.
Due persone tanto diverse sia come carattere che sul profilo professionale. Primo, chef del ristorante, è legato alla cucina italiana e a una esecuzione delle ricette fedele alle tradizioni. Secondo, maitre di sala, cerca invece di assecondare i gusti e le preferenze a volte un po' stravaganti della clientela che ha, tra l'altro, una visione distorta della cucina italiana e delle sue tipicità.
I loro affari vanno molto male sia perché gli avventori non pagano che per la concorrenza molto forte di altri ristoranti, soprattutto del locale di Pascal, altro italiano immigrato che è dedito anche ad attività criminali. Il locale di quest'ultimo, a differenza dei due fratelli, ha molto successo perché ha modificato i piatti tipici della cucina italiana secondo gli stereotipi americani che, tra l'altro, fanno infuriare Primo. Nonostante i buoni rapporti tra i tre Pascal rifiuta un prestito a Secondo, presumibilmente dopo aver saputo la sua relazione con la moglie. La vendetta però non finisce qui, l'uomo infatti fa credere ai due fratelli che un famoso cantante italoamericano si sarebbe esibito nel loro ristorante, convincendoli così a spendere i loro ultimi risparmi per organizzare un banchetto degno di tale personalità, e che consenta al ristorante di risollevarsi. Giunta la fatidica sera i due aspettano per ore (invano) l'arrivo di questa celebrità mentre Pascal e alcuni suoi amici banchettano con le leccornie preparate per l'occasione. Consapevoli finalmente del raggiro di cui sono rimasti vittima tra i due fratelli nasce un forte litigio in riva al mare che, scena finale del film, si risolve consumando un gustoso panino con la frittata, nell'attesa di decidere sul loro futuro.
Questa pellicola è un vero e proprio film gourmand, una storia in cui il cibo non solo è il filo conduttore e narrativo ma, al tempo stesso, è un vero e proprio protagonista con le moltissime sfaccettature culturali, sociali e psicologiche di cui si fa simbolo. Un film che ha avuto, tra l'altro, molto successo negli USA. Metafora dell'identità culinaria che non sempre è presente nei film italiani.
Sono principalmente due i temi trattati e strettamente correlati alla gastronomia: identità e nostalgia. La prima è difesa dal fratello chef il quale conosce i valori della tradizione e la loro profonda connessione col gusto e l'armonia. Non solo, i sapori e i profumi presenti nei piatti e durante le preparazioni sono un vero e proprio viaggio ideale e immaginario lungo il Bel Paese. L'amore nel film è associato al gusto e all'idea di appartenenza a un mondo culinario, come quindi qualcosa di estremamente profondo e intimo.
Il secondo punto, la nostalgia, sia associa al sentimento che il regista prova verso una cucina di cui ha sentito parlare fin da piccolo, motivo per il quale è presente una scena in cui Primo cucina il timballo. Non a caso alla presentazione del film Tucci rivelò le ricette dei piatti presenti nella pellicola tranne proprio quella del timballo, perché era una preparazione della propria famiglia. Non si sa se sia vero oppure una semplice trovata di marketing, nonostante ciò le connessioni tra queste tematiche sono molto profonde.
Il nome dei due fratelli, tra l'altro non è casuale: Primo infatti rappresenta la prima generazione sbarcata negli USA, quella cioè ancora profondamente legata al Paese natìo e alla cucina densa di significati e ritualità che lo caratterizza. Al contrario Secondo appartiene appunto alla seconda generazione, quella cioè maggiormente integrata nella nuova Nazione e quindi maggiormente propensa al compromesso, ma soprattutto alla contaminazione culinaria e culturale.
Le tematiche che emergono da questo film sono ancora estremamente attuali per tanti motivi: quello principale è senza dubbio il ruolo della cucina nei processi di integrazione degli individui che vanno ad abitare in un Paese diverso da quello d'origine. Altro aspetto interessante e attuale è il significato del termine "tradizione" e quello che vuol realmente dire. Se è infatti chiaro e assodato che questa parola significa "trasmettere" e che non può essere sul piano culinario e culturale fissa ma mobile per natura stessa della cucina, è altrettanto vero che cambiamenti eccessivamente profondi possono snaturare il senso o il cuore di ciò che si vorrebbe trasmettere, rischiando così di perdere un patrimonio immateriale estremamente importante.
Anche la centralità della famiglia nella cucina e nel trasmettere i saperi culinari è un tema attuale che si lega, tra l'altro, ai sentimenti ed emozioni di cui ciò di cui ci nutriamo si rende veicolo e strumento. Anche la scena finale è significativa e attuale: il cibo, anche quello più semplice come pane e frittata, può essere un potente mezzo di riappacificazione e coesione sociale.
Una pellicola che ci parla ancora oggi insomma, fornendoci innumerevoli spunti di riflessione non solo sul nostro rapporto con la tavola e ciò di cui ci nutriamo ma, soprattutto, sul valore che diamo al legame tra passato e presente che il cibo sa costruire e presentarci anche per interrogarci e proiettarci verso un autentico cambiamento.
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