Giuseppe Ungaretti e il cibo.
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 - Milano. 1 giugno 1970) fu un poeta, scrittore, traduttore e giornalista italiano, uno dei più importanti poeti della letteratura italiana del XX secolo.
Un uomo che amava molto la cucina e il cibo ma in modo semplice, senza fronzoli. Si accontentava infatti di piatti umili ma ricchi di gusto e legati alla cucina italiana.
Il pasto per lui ideale era composto da: spaghetti al burro e formaggio e una bistecca alla fiorentina accompagnata da una salsa dal nome "allegra" che era costituita da mollica di pane raffermo, olio extra vergine di oliva, succo di limone, gherigli di noce, aceto, erbe aromatiche come mentuccia e finocchietto selvatico, bacche di ginepro e un pizzico di pepe.
Il nostro protagonista per viaggi ma anche per la vita privata conobbe cucine di Paesi e culture differenti: quella della sua citta natale, alla portoghese e l'internazionale cucina francese ma, naturalmente, anche quella italiana.
Un mix insomma di culture, gusti e sapori differenti tra loro.
Altro piatto molto amato da Ungaretti ero lo stoccafisso alla livornese che amava consumarlo spesso.
Amava molto anche il vino ma ne beveva poco e preferiva la qualità alla quantità.
Questo amore legato al cibo, alla tavola e alla bevanda di Dioniso emergono anche in alcune sue poesie, specchio e testimonianza di una passione certamente particolare ma, al contempo, genuina.
In alcuni suoi versi il cibo e, soprattutto, determinati piatti sono associati alla nostalgia per la terra d'origine ma anche per l'Italia. A essi si uniscono i ricordi familiari privati.
Nella poetica di Ungaretti l'appetito è metafora della vita e, di conseguenza, il desiderio fisico di nutrimento si unisce a qualcosa di più profondo che abbraccia il significato di bellezza e gusto.
Temi che sono un invito a riflettere sulla sacralità del cibo e del valore che possiede nella vita dell'uomo e attorno al suo scorrere.
Sono anche famosi gli "spaghetti all' Ungaretti", piatto di pasta semplice costituito da burro dorato, mollica di pane, grana grattugiato, semi di cumino, noce moscata e sale. Ingredienti senza fronzoli che rispecchiano bene i suoi gusti ma anche i pensieri.
Un poeta di gusto insomma e dai gusti semplici, che non vuol dire banali, ma poetici e legati ai ricordi di una vita.
Una poesia insomma di gusto e parole che parla alla testa, al cuore ma anche al palato!
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