La cucina dei solstizi: estate.
Ho già avuto modo di affrontare in altri approfondimenti il rapporto tra stagioni, natura e uomo e, soprattutto, le implicazioni sociali, culturali e religiose legate anche al mondo alimentare. Di certo i due solstizi, invernale ed estivo, sono da sempre due momenti importantissimi per la vita umana. Due punti fondamentali dell'anno insomma, in cui i ritmi stagionali si fondono inevitabilmente con quelli legati alla produttività agricola.
Un ruolo centrale quindi nella produzione delle materie prime, ma anche nella loro trasformazione e conservazione. Simbologie certamente di matrice sociale e culturale, come già affermato in precedenza, ma anche assolutamente pratiche, perché associate all'esigenza fondamentale della produttività del suolo e dell'abbondanza delle messi, con tutto ciò che ne deriva.
Il 21 giugno il sole raggiunge il punto più alto rispetto all'orizzonte; è il giorno più lungo dell'anno.
Da questo vero e proprio trionfo di luce in moltissime località, soprattutto nel Nord Europa, si sono sviluppate feste che hanno come elemento principale la presenza del fuoco e la celebrazione della vita. Proprio per questo motivo sono moltissimi i riti propiziatori e purificatori che nel tempo si sono sviluppati già prima l'avvento del Cristianesimo e poi sono sopravvissuti nelle credenze popolari tradizionali. Riti, simbologie e pratiche che, proprio grazie alla "nuova religione", si sono estesi e potenziati nel tempo a una ricorrenza religiosa molto vicina (e legata) al solstizio d'estate: la notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno. Proprio in questo periodo le tradizioni di molti Paesi consigliano la raccolta di erbe, grani o, in alcuni casi, anche determinati prodotti perché raggiungono il massimo della loro carica sia in termini di caratteristiche organolettiche che, soprattutto, per presenza di sostanze benefiche. Non è infatti un caso se molte pratiche esoteriche consigliano la raccolta delle erbe officinali proprio in questa notte.
L'Emilia ha saputo elaborare questa tradizione anche in termini culinari grazie ai fantastici tortelli alle erbette, preparati soprattutto per questa particolare ricorrenza utilizzando quindi le erbe raccolte proprio durante il periodo appena menzionato.
Anche la preparazione di alcuni liquori è associata al solstizio d'estate e, in particolare, alla festa di San Giovanni; il nocino ne è un esempio significativo. Oltre a ciò, questo importante passaggio che segna non solo il ciclo delle stagioni ma anche la produttività agricola e, aspetto estremamente importante, la vita dell'uomo, è sempre stato onorato con piatti particolari. Oltre alla proposta emiliana citata in precedenza ci sono le lumache, consumate nel Centro Italia in vari modi. Anche insalate, pesti e la preparazione di verdure sott'olio sono strettamente connesse a questo periodo.
Nei Paesi del Nord Europa è molto diffusa la raccolta di bacche e frutti di bosco che in parte vengono consumati al momento ma anche sottoposti a svariate modalità di conservazione per poter essere una buona fonte di nutrimento nei rigidi mesi invernali.
Sempre in queste zone sono diffuse una serie di attività all'aperto come feste, banchetti, pesca che hanno lo scopo di celebrare la vita, la luce ma sono anche l'occasione di rinsaldare i legami sociali, per potersi preparare alla brutta stagione. Pratiche che sono giunte fino a noi rielaborate ma che sono sempre più proposte e vivono, se ci facciamo caso, nelle numerosissime sagre di paese particolarmente diffuse anche in Italia durante tutto il periodo estivo.
Il solstizio d'estate è quindi profondamente connesso con i campi, il raccolto e le materie prime, la loro abbondanza e il conseguente benessere (auspicato) per la famiglia e, in generale, l'intera comunità. Un aspetto che però passa in secondo piano, ma è particolarmente importante, risiede nel fatto che, poiché il giorno più lungo dell'anno è uno, esso è vissuto anche come un passaggio tra due stati o anche fasi della vita.
Così il colore delle messi mietute, il profumo delle erbe e dei tortelli preparati, ma anche quelli delle torte salate, dei dolci, delle carni arrostite diventano veicoli per celebrare la vita, quasi per imprigionarla e conservarla nelle squisitezze cucinate, raccolte o conservate sapendo che, dal giorno successivo al solstizio d'estate, le ore di luce già diminuiranno e la vita cederà il passo lentamente ma in modo inesorabile, all'apparente trionfo della morte tipico dei mesi autunno-invernali.
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