Barbaforte: gusto e sapore nel periodo freddo!

 

La barbaforte è un ortaggio molto particolare che ben si associa al periodo freddo. Ha numerosi nomi, differenti in base ai territori e, soprattutto, alle tradizioni che vi dimorano: cren, rafano di Spagna o rafano orientale sono certamente tra i più conosciuti.

La nostra protagonista è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Brassicacee. E' molto legata dal punto di vista storico e culturale alle coltivazioni in ambito contadino e familiare, soprattutto nelle regioni dell'Europa Centrale ed Orientale e in Italia, in particolar modo in Trentino Alto-Adige e in alcune aree del Veneto e del Meridione

Le differenti tradizioni culinarie utilizzano la barbaforte nelle preparazioni di salse in accompagnamento a bolliti e altri prodotti tipici. Ha infatti un sapore molto particolare: un gusto certamente piccante ma con caratteristiche organolettiche che lo rendono differente rispetto ad altri.


(Giovanni Capone, Armoracia rusticana,
1822)


Popoli e tradizioni antiche le hanno attribuito lungo i secoli numerosissime proprietà benefiche, in particolar modo legate all'eros. Ovidio, ad esempio, la riteneva un ingrediente fondamentale per i preparati a carattere afrodisiaco. A tal proposito anche il Kamasutra la consigliava come ingrediente per preparare un composto che aveva al suo interno anche miele e latte e il cui scopo era aiutare l'atto sessuale ed essere, al tempo stesso, un ottimo corroborante.

Una cosa che non tutti sanno è che in passato, in alcune tradizioni contadine italiane e di altri Paesi, la barbaforte era utilizzata come sostituta alla senape anche nella preparazione della mostarda.

Un prodotto certamente particolare e molto versatile nell'utilizzo in cucina, tanto che era molto apprezzata dalle popolazioni antiche del Mediterraneo come Greci e Romani che, come accennato in precedenza, la impiegavano in moltissimi modi diversi, sia in cucina che nella cura della persona.

Il mondo contadino per secoli seguì queste tradizioni e convinzioni, soprattutto quella condivisa con l'Oriente e riguardante le sue proprietà ricostituenti, tanto che era consumata dai contadini e, soprattutto, portata nei campi e mangiata in loco per aiutare a sopportare le dure fatiche dei lavori quotidiani.

Soprattutto durante il Medioevo era uno degli ingredienti immancabili nelle fornite farmacie conventuali.

Altra curiosità molto interessante che non tutti conoscono è che in passato, a causa del suo potere urticante, la barbaforte era utilizzata nella pratica della "rhaphanidosis", una punizione già in voga nell'Atene classica e poi utilizzata per molti secoli. Consisteva nell'introdurre la radice della nostra protagonista (ovvero la parte della pianta che normalmente era destinata al consumo e utilizzo) nell'ano dei condannati come pena per vari crimini, soprattutto per quelli di natura sessuale come promiscuità e sodomia.

Ancora oggi in Italia una delle zone di maggior produzione della barbaforte è la Basilicata, qui è molto conosciuta e apprezzata ed è anche soprannominata con l'appellativo di "tartufo dei poveri". La sua coltivazione si concentra soprattutto nelle zone della Val d'Agri e del Lagonegrese, ma cresce spontaneamente in zone ricche d'acqua dell'Appennino Lucano. E' un dono della natura che, come in altre località, è consumato in inverno e, nelle zone appena citate, anche a Carnevale. Un tipico piatto per questa festa sono i ferricelli preparati in casa e conditi con sugo di carne e rafano fresco grattugiato o la "rafanata", frittata a base di uova, salame, formaggio e la nostra protagonista grattugiata.

Sapori, gusti, tradizioni e credenze che vivono ancora oggi non solo in alcune nostre zone ma anche in Paesi differenti dal nostro e ci uniscono idealmente grazie all'innata capacità umana di "far di necessità virtù" e di saper utilizzare gli ingredienti che la natura ci ha da sempre offerto.

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