Le uova, tra consumo e storia.

Il consumo e la presenza dell'uovo sono insiti nella storia e cultura dell'uomo. Il nostro protagonista infatti è stato tra i primi alimenti che l'essere umano ha consumato e si è procacciato dall'ambiente che lo circondava. E' intuibile infatti come le prime comunità di raccoglitori facessero affidamento su ciò che potevano trovare, non solo cibi d'origine vegetale quindi (tuberi, piante, bacche, frutta), ma anche uova per esempio.
Di certo la gallina è entrata nei cortili di Greci e Romani attorno al VI secolo a. C., una presenza tardiva perché già da tempo erano allevati altri volatili come oche, anatre e faraone.
Il loro consumo fu tuttavia per lungo tempo determinato dal fatto che le galline venissero allevate o le uova procacciate in natura; nel secondo caso infatti l'utilizzo era misurato per consentire alle specie di potersi riprodurre.

(Still life with eggs, birds and bronze dishes, Museo
archeologico nazionale di Napoli)

Diodoro Siculo, storico e autore della grande Bibliothecha historica, nei propri scritti affermò che gli Egizi erano abili nell'allevamento dei polli ed anzi, avrebbero messo a punto e utilizzato un metodo di incubazione artificiale delle uova; nonostante ciò va detto che per lungo tempo questo alimento venne riservato ai ceti elevati.
Come non ricordare poi, per parlare del loro consumo in età antica, la presenza presso le tavole degli Etruschi, come documentano del resto alcune rappresentazioni tombali. Proprio da questa civiltà notoriamente conosciuta per lo stretto legame con il cibo e per le sue valenze alimentari e simboliche il nostro protagonista entrò anche in altre culture come quella romana. In quest'ultimo caso ci sono pervenuti numerosi scritti di personalità note tra cui il famosissimo Apicio con le sue ricette.
Solo successivamente con le regolamentazioni agricole stabilite da Carlo Magno attraverso il suo "Capitulare de villis vel curtis imperii"  le uova entrarono nei sistemi produttivi e alimentari di matrice contadina come valida fonte di proteine per una dieta assai povera ma, ancor più, come mezzo di pagamento degli affittuari. Rimasero comunque anche nei consumi dei ceti elevati (naturalmente preparati in un certo modo e accostati a materie prime preziose, come ho avuto modo di approfondire in numerosi altri articoli), ed anzi, vi fu attribuito un potere afrodisiaco e, nel senso più ampio, un buon effetto ricostituente per  malati e puerpere.

(Maestro della Fertilità dell'Uovo, XVII secolo,
Milwaukee Art Museum)

Come è entrato nella tradizione legata ai festeggiamenti della Pasqua? Le uova per molto tempo in quanto prodotti di origine animale erano proibite durante la Quaresima (sebbene in casi particolari venissero accettate in qualche ordine religioso), esse quindi venivano conservate nel grasso animale  e consumate dopo i 40 giorni. Alla fine di tale periodo tuttavia la loro disponibilità era elevata; di qui nacquero in molte località usanze e riti centrati alla decorazione ed allo scambio di questi alimenti come simbolo di buon auspicio e auguri.
Importante è anche la loro rappresentazione nel corso dei secoli nell'arte, non solo come documentazione di abitudini alimentari ma anche e soprattutto con funzioni simboliche, già a partire dalle culture antiche. Nell'esegesi biblica il nostro protagonista è contenitore della vita e simbolo della Resurrezione. Per Filippo Picinelli infine, sacerdote e teologo italiano del XVII secolo, rappresentava per sua natura la Vergine, la rinascita e quindi il trionfo della vita sulla morte.
Significati, simboli ed usi che fanno di questo piccolo prodotto alimentare un grande protagonista della cultura e della storia dell'uomo e del suo cammino lungo il tempo.

(La fenice che risorge dall'uovo in fiamme,
illustrazione tratta da un bestiario medievale)

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