Una rapa particolare: storia e curiosità attorno alla rutabaga.
Le rape sono prodotti della terra che per lungo tempo hanno sfamato l'uomo. Sono infatti vegetali associati ai poveri, ai contadini o alle aree montane delle zone alpine. La loro facilità di coltivazione aggiunta all'attitudine a crescere anche in climi rigidi o, in generale, in ambienti difficoltosi le ha rese i cibi per eccellenza di generazioni di uomini e donne.
La nostra protagonista fa certamente parte di questa categoria anche se oggi non tutti la conoscono. La rutabaga o navone è una cultivar di Brassica napus, chiamata anche "cavolo del Siam", espressione antica utilizzata soprattutto in Francia e si trova nel dizionario dell'Académie Francaise del 1798. Nel Regno Unito è presente già dalla fine del Settecento e ancora oggi è protagonista di molti piatti tradizionali.
La sua prima comparsa nei testi botanici è del 1620 ad opera del botanico Gaspard Bauhin.
E' sostanzialmente una verdura invernale perché, raccolta in autunno, si conserva per tutto inverno.
La sua polpa ha un colore variabile che va dal bianco al giallo aranciato. Viene consumata cotta e il suo gusto è dolce con leggere note piccanti.
Sebbene fosse molto utilizzata in passato oggi è un ortaggio poco conosciuto che si sta riscoprendo. Viene cucinata in vari modi: al forno, bollita o anche, molto gustosa, al cartoccio sotto le braci.
In provincia di Vicenza viene mescolata all'impasto delle salsicce, producendo così quella che viene chiamata "cincionela co' la rava". L'abitudine però di inserire rape negli insaccati è presente anche in molte località montane italiane.
La rutabaga nell'aspetto è una specie di incrocio tra ravanelli e rape. Viene spesso confusa con la più comune rapa perché ha caratteristiche nell'aspetto molto simili.
La sua origine è ascrivibile all'area del Mediterraneo ma la testimonianza della sua esistenza si ha per la prima volta attorno al Seicento quando uno scienziato svedese fece riferimento nei suoi scritti a un tubero molto simile nell'aspetto e gusto alla nostra protagonista.
Va precisato che la rutabaga è molto più diffusa, conosciuta e consumata nei Paesi del Nord Europa dove rientra anche negli ingredienti di molte preparazioni tipiche.
Dal punto di vista scientifico pare che la rutabaga sia un incrocio spontaneo tra cavolo cappuccio e un'antica varietà di rapa. E' ottima anche per preparare zuppe e insaporire insalate invernali.
Nel nostro Paese viene erroneamente chiamata "barbabietola da foraggio", un nome che la dice lunga sulla destinazione che ha avuto nei secoli passati.
Un ortaggio particolare insomma, poco conosciuto e utilizzato. Dono della natura che andrebbe riscoperto e valorizzato per comprenderne meglio la storia e gli intrecci con l'essere umano e la tavola.
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(Rutabaga in un'illustrazione del 1883) |
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