Rape, i colori dell'inverno.


" (...) morì con aspri duoli 
Per non poter mangiar rape e fagiuoli"

Così si conclude l'epitaffio che re Alboino volle far incidere sulla tomba del povero Bertoldo, protagonista di "Le sottilissime astutie di Bertoldo, Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino e la Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino" , raccolta di tre racconti di cui i primi due furono scritti da Giulio Cesare Croce e l'ultimo da Adriano Banchieri e pubblicati per la prima volta nel 1620. Una presenza, quella della rapa, che non solo è legata nella storia e nell'immaginario ai ceti poveri ma, in generale, al rapporto tra uomo e ambiente.
Di certo questo legame è complesso ed articolato e, in quanto tale, difficilmente riducibile a un semplice rapporto di utilizzo da parte dell'uomo delle risorse del territorio. Attorno a ciò infatti si sono innestate nel tempo più variabili che hanno aggiunto significati interessanti e, a volte, inattesi.


(Jean-Baptiste-Siméon Chardin, Donna che sbuccia le rape,
1738, Monaco, Alte Pinakothek)


Primo fra tutti quello che ho citato in precedenza ovvero l'associazione di matrice sociale, un prodotto legato alle classi povere e alle loro abitudini alimentari anche se, va detto, era presente anche sulle tavole dei nobili con le opportune accortezze.
Di certo c'è da dire che l'origine delle nostre protagoniste è incerta, si ritiene che la zona sia l'Europa settentrionale a cui seguì una più ampia diffusione a tutti i territori europei, ma anche in Asia e America.
Il suo consumo, sia attuale che passato, non è omogeneo ma varia a seconda delle zone geografiche: molto utilizzata nei paesi nordici e nelle regioni del nord Italia, è invece praticamente assente al Sud. Altro grande impiego nel corso della storia fu come specie foraggera per l'allevamento di alcuni animali come bovini e suini.
Un prodotto che come tanti è presente anche nell'arte, soprattutto in riferimento alle classi sociali sopra citate, un esempio significativo ci viene fornito dall'opera che ho voluto inserire per accompagnare questo approfondimento. Non solo, essa fu anche protagonista in numerose raffigurazioni chiamate "Il ciclo dei mesi", opere artistiche di differente natura (dipinti, sculture, arazzi) che avevano come protagonisti i lavori agricoli di ogni mese. Proprio in queste forme d'arte in più occasioni nel mese di novembre era riprodotta la raccolta delle rape; un esempio significativo in tal senso è fornito dal ciclo presente presso il Battistero di Parma. Rappresentazioni insomma non casuali, ma che certificano l'importanza di un prodotto nell'economia non solo di una classe sociale ma, in senso ampio, di interi territori.
Un'associazione, quella a determinati ceti, che solo negli ultimi anni sta svanendo anche grazie alle scoperte fatte sui numerosi effetti benefici dati dal consumo di questi ortaggi, un mix di sostanze utili all'organismo insomma.
Usi, legami sociali e culturali che accompagnano spesso i prodotti alimentari e li rendono molto di più di semplici alimenti, dei veri e propri ponti col passato e con una cultura del territorio che non sempre si conosce.

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