Fichi secchi: dono della natura e sapienza umana.
I fichi secchi sono alimenti molto amati e apprezzati, soprattutto durante le festività natalizie.
Testimonianze certe della loro origine non sono presenti ma sono comunque prodotti che da lungo tempo accompagnano la storia dell'uomo. L'essiccazione è infatti una tecnica di conservazione antichissima che ha consentito alle generazioni che ci hanno preceduto di aumentare notevolmente la conservabilità dei prodotti alimentari e, soprattutto, averli disponibili in quelle parti dell'anno in cui naturalmente non potevano essere presenti. E' stata anche una grande alleata degli spostamenti e dei viaggi prima e, successivamente, delle grandi rotte commerciali con la conseguente diffusione di prodotti in aree molto distanti dalla loro origine e trasformazione.
I fichi secchi erano molto presenti e consumati anche dalle antiche culture del Mediterraneo. Platone, per esempio, li amava molto.
Sono numerosissime le simbologie che nel corso del tempo hanno avuto come protagonisti i fichi secchi, in particolar modo quelle legate alle loro presunte proprietà afrodisiache.
In epoca romana era già consolidata la pratica di farcirli di altra frutta secca, abitudine ancora molto diffusa oggi in molte località del Meridione.
Oggi la loro produzione in Italia avviene prevalentemente al Sud dove sono protagonisti anche di numerose ricette golose. In antichità invece la pratica di essiccare i fichi era molto diffusa tra le famiglie contadine ed era necessaria al sostentamento del nucleo familiare.
Sono numerosi gli esempi di gusto, storia e tipicità che possono e, anzi, devono essere menzionati. Il "Fico Mandorlato di San Michele Salentino" è una golosità pugliese caratterizzata da un fico secco ripieno di una mandorla. Un dolce semplice ma gustoso protetto da Slow Food e inerito nei PAT. Una vera e propria tradizione da preservare e tramandare.
Anche il "Fico secco reale di Atessa" in Abruzzo prende il nome dalla località in cui è prodotto ed è profondamente legato alla storia e alle vicende politiche e sociali del luogo. Alcuni storici hanno fatto emergere infatti che Roberto d'Angiò, nel 1320, avesse posto dei dazi sui fichi secchi di Atessa che venivano commercializzati attraverso le vie marittime; un prodotto insomma denso di storia. I fichi utilizzati appartengono alla varietà reale, vengono essiccati per intero ma incisi per metà, con l'attenzione che le due facce che ne derivano non si separino del tutto. Un gustoso presidio Slow Food.
Altra gustosa prelibatezza è il "Fico monnato di Prignano Cilento" coltivato in Cilento, più precisamente in provincia di Salerno; sono i fichi dottati, conosciuti anche con l'appellativo di "fichi bianchi del Cilento". Sono prodotti grazie a una tecnica particolarissima tipica di questi luoghi: i fichi vengono infatti sbucciati prima dell'essiccazione e poi posti al sole su appositi graticci (strumento quest'ultimo che è comune a molte altre produzioni). Sono i progenitori di una ricetta tipica di queste località: il capocollo di fico monnato. I fichi una volta essiccati vengono aperti e distesi si ricoprono di frutta secca, cannella, chiodi di garofano e bucce di limone o mandarino. Si arrotola e si cuoce in forno per poi essere confezionato o servito come un gustoso salame vegetale dolce.
Come la ricetta appena esposta ce ne sono altre lungo la Penisola, basti pensare al "lonzino di fico" tipico delle Marche o la "soppressata di fichi" della Basilicata. Anche in Calabria sono presenti numerose preparazioni con i nostri protagonisti, le "trecce" ne sono un esempio significativo. A tal proposito i "Fichi di Cosenza DOP" sono un'eccellenza particolare e gustosa del territorio calabrese appartenenti alla varietà "Dottato di Cosenza" della specie "Ficus carica sativa".
Nella tradizione popolare poi i fichi secchi sono sempre stati un simbolo di fertilità, vita e fortuna feconda, tanto da essere donati in alcuni territori durante i matrimoni o essere gli ingredienti prediletti in preparazioni per occasioni speciali quali nascite o le grandi feste annuali come Natale e Pasqua. Simbologie queste riprese nel corso della storia anche dalle nature morte che hanno caratterizzato molte opere artistiche lungo i secoli.
Storia, gusto e tradizioni che si legano a frutti apparentemente semplici ma straordinariamente ricchi e importanti per la storia e cultura umane.



Commenti
Posta un commento