Cavolo nero: storia, tradizioni e curiosità.

 

Il cavolo nero è una verdura che si lega profondamente alla storia agricola di molti territori italiani e alle preparazioni gastronomiche che in essi sono nate e si sono evolute. Nel Centro Italia in particolare sono diverse le prelibatezze della tradizione contadina che si possono gustare e che hanno tra gli ingredienti principali anche il nostro protagonista.

Un ortaggio che, in realtà, nel resto del Paese è difficile da trovare sulle bancarelle dei fruttivendoli, tranne naturalmente in Toscana, regione in cui è particolarmente apprezzato.

E' un prodotto della terra che certamente si discosta dagli altri suoi parenti, i cavoli, non solo per la forma e il colore ma soprattutto per il sapore e per la storia a cui è collegato.





Il percorso dei cavoli lungo i secoli è, in generale, molto antico e accompagna quello dell'uomo e dei suoi consumi. Per lungo tempo furono inseriti tra le piante rustiche associate al mondo contadino e ai prodotti che lo contraddistinguevano (zuppe, pasticci, minestre, per citarne solo alcuni).

Gli storici ritengono che il cavolo nero derivi dal cavolo selvatico originario. Di certo è un ortaggio resistente, di facile coltivazione e che era adatto anche ai climi più rigidi, motivo questo che lo rese nei secoli scorsi tra le riserve di cibo predilette dal mondo contadino durante il periodo autunno-invernale. Caratteristiche, quelle citate in precedenza, che ne determinarono la diffusione anche nei Paesi del Nord Europa, soprattutto nel mondo anglosassone, tanto che col tempo venne associato così fortemente al pasto e alla tavola da diventare un vero e proprio sinonimo di "cena"; in Scozia esisteva una pentola particolare appositamente pensata e realizzata per cuocerlo.

Come accennato in precedenza il cavolo nero è molto presente in Toscana e nella sua cucina. E' infatti tra gli ingredienti tipici della "ribollita" e di altre gustosissime preparazioni come la zuppa a cui da il nome "zuppa di cavolo nero".

Un famoso estimatore di questa particolare verdura era Cecco Angiolieri, poeta e scrittore italiano vissuto tra la seconda metà del Duecento e l'inizio del Trecento, amico di Dante.

Il cavolo nero non è solo ricco di storia e tradizioni ma anche di virtù benefiche: vitamina A, C, K e quelle del gruppo B. Ha poi proprietà decongestionanti, depurative, diuretiche, antiossidanti e lassative. La medicina popolare poi nel corso del tempo lo rese il rimedio di numerosissime patologie, un vero portento di gusto e benefici.

Un prodotto della terra che sta lentamente tornando in auge ed è valorizzato sia dalle trattorie locali che da associazioni per il recupero delle tradizioni e delle antiche coltivazioni. Il gusto anche nei freddi mesi invernali che accompagna l'uomo e lo sostenta, ortaggio che va certamente conosciuto meglio e gustato.

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