Storia e curiosità attorno alla sorba, frutto dimenticato.
"Col tempo e con la paglia maturano le sorbe".
La sorba, come dice il proverbio che ho appena citato, è un frutto che accompagna l'uomo durante la stagione autunno-invernale.
Il "sorbo domestico" (Cormus domestica) è un albero da frutto che appartiene alla famiglia delle Rosaceae. E' l'unica specie conosciuta del genere Cormus.
Ne esistono due varietà: una con frutti più allungati che assomigliano a piccole pere e l'altra con frutti più tondi che assomigliano a mele. Di solito l'albero ha la conformazione di un arbusto.
Era già conosciuta e apprezzata dalle popolazioni antiche. I Romani, per esempio, la conservavano sott'aceto oppure le cuocevano nel vino allo scopo di renderle più dolci.
I medici antichi consigliavano le sorbe per numerose patologie. Galeno, per esempio, la raccomandava per le proprietà astringenti e cicatrizzanti.
![]() |
| (Johann Georg Sturm, illustrazione 1796) |
E' una specie rustica che nei secoli scorsi fu una fonte di nutrimento per generazioni di uomini e donne. In alcune località erano essiccate al sole per poter essere consumate come prugne o altra frutta secca. Venivano anche utilizzate per preparare confetture e in passato venivano bollite con altri ingredienti per preparare un decotto dalle molteplici proprietà.
La sorba è una buona fonte di vitamina C e sali minerali, nello specifico: magnesio, calcio, potassio e zinco.
Tra gli zuccheri che contiene c'è anche il sorbitolo, particolarmente adatto a chi soffre di diabete perché non concorre all'innalzamento del glucosio presente nel sangue. E' utilizzato molto anche dall'industria alimentare perché, oltre ad avere una blanda azione conservante, non ha effetti negativi sulla salute orale.
In passato la coltivazione del sorbo era legata anche alle numerose credenze di matrice popolare di cui era protagonista. Si credeva infatti che tenesse lontane le streghe e gli spiriti maligni, mentre in alcune zone come la Sicilia si pensava fosse un portafortuna contro la fame e la miseria.
Va precisato però che le sorbe non sono commestibili subito, appena raccolte ma è necessario sottoporle a un processo chiamato "ammezzimento" cioè, come dice il proverbio che ho citato all'inizio, è necessario farle maturare molto mettendole nella paglia o essiccandole al sole. Solo attraverso questo processo da acide diventano dolci.
Vengono anche utilizzate per produrre sidro e un liquore particolare: il sorbolino. La derivazione di quest'ultimo e il mantovano, territorio in cui la produzione è attestata già attorno al XVII secolo ma si prepara anche in Emilia Romagna e, in particolar modo, nel parmense, soprattutto nel comune di Coenzo.
Se ne ricavano anche squisite salse per accompagnare i formaggi.
Esiste anche una varietà di sorbo che produce piccole bacche chiamate "degli uccellatori" (ne ho inserito un'immagine qua sotto) perché fino al secolo scorso i cacciatori le utilizzavano per attirare gli uccellini affamati e poterli quindi cacciare.
Un frutto oggi poco noto ma che ha accompagnato l'uomo lungo i secoli sfamandolo ed entrando nelle sue credenze ed elaborazioni sociali e culturali. Un simbolo forte, che va riscoperto, del legame tra uomo e natura.




Commenti
Posta un commento