Gusto, arte e storia in inverno: deliziosa pera!

 

La pera è certamente una squisitezza della natura che arricchisce le nostre tavole durante il periodo autunno-invernale, accompagnandoci quasi fino a primavera inoltrata. Il luogo di nascita probabile è la Cina occidentale in cui era presente già più di 4000 anni fa, ma era diffusa anche nel Medio Oriente e, nello specifico, nelle zone dell'Asia Minore e del Caucaso. Nonostante queste presunte aree geografiche connesse alla sua nascita è bene precisare che la sua origine e diffusione sono difficili da stabilire con esattezza.

Certamente però era conosciuta già dalle popolazioni antiche. Nell'antico Egitto, per esempio, era associata alla dea della fertilità Iside, una connessione molto particolare dovuta alla forma del frutto e a quelle della figura femminile. Già nell'arte primitiva, infatti, le rappresentazioni pittoriche e scultoree della donna come madre/dea fonte di fecondità e vita erano caratterizzate da una forma del fisico molto simile al frutto nostro protagonista. Erano risaltati infatti: seno, fianchi e glutei, con evidenti rimandi al suo ruolo nel ciclo della vita e alle potenti funzioni simboliche a cui era associata.


(Paul Cezanne, Natura morta, 1890 - 1893, Phillips Collection,
Washington)

Anche in Grecia vi erano legami simbolici molto simili a quelli appena esposti; era infatti collegata a Era, moglie di Zeus e madre degli dei, ma anche ad Afrodite e Atena. Altre connessioni curiose e importanti sono con un mito legato a Polifemo e il profondo interesse per questo frutto da parte dei seguaci di Pitagora. Inoltre, proprio in Grecia si diffusero le coltivazioni di pere, già presenti nel 600 a. C.

Una maggiore diffusione della sua coltivazione è documentata nel 350 a. C. da Teofrasto il quale in una sua opera cita diverse varietà di piante, coltivate o presenti nei territori a lui noti.

Fu poi nell'antica Roma che questo frutto riscosse particolare successo, anche da personaggi famosi, come del resto documentano numerose fonti. Sono proprio queste a testimoniare come la pera fosse presente non solo nei consumi alimentari ma anche nella cultura e, non da meno, fossero conosciute in modo approfondito varie tecniche per la sua coltivazione. Un sapere che giunse fino alle porte del Medioevo quando questo frutto entrò nelle coltivazioni praticate nei monasteri. Proprio questi ultimi ebbero un ruolo fondamentale nel conservare e ampliare non solo le varie forme di coltura ma anche di conservazione e trasformazione dei frutti.


(Honoré Daumier, Trasformazione caricaturale 
di re Luigi Filippo, 1834)


Per secoli questo dono della natura fu strettamente collegato ai ceti elevati. Il famoso proverbio "al contadino non far sapere quanto è buono il cacio con le pere" è importante per comprendere il suo ruolo, soprattutto sul piano simbolico. In questa associazione, particolarmente articolata, intervengono numerosi fattori di carattere culturale, sociale e antropologico. Ho già avuto modo di parlarne in modo approfondito in un approfondimento precedente (se cliccate su quest'ultima parola evidenziata in rosso potete trovarlo facilmente!), certo è che la sua elevata deperibilità e la conseguente idea che fosse un cibo "superfluo" e poco conservabile furono tra i fattori principali di questa particolare associazione.

I missionari spagnoli inoltre ebbero un ruolo fondamentale nella sua diffusione, soprattutto nel Nuovo Mondo.

I secoli Settecento e Ottocento furono particolarmente importanti per la nostra protagonista grazie al grande interesse nei confronti della botanica. In questo periodo la coltivazione della pera e la ricerca/sperimentazione di nuove varietà ebbero un particolare successo.

Di certo però, una figura particolarmente associata a questo frutto fu Luigi XIV. Il monarca infatti nutrì una particolare e intensa passione per la nostra protagonista, che lo portò ad avere nei suoi possedimenti più di 500 varietà diverse che maturavano in vari periodi dell'anno. Lo scopo era quello di garantirgli sempre sulla tavola il suo amato frutto.

Sebbene per lungo tempo ne fu sconsigliato il consumo dalla medicina che la considerava troppo umida come costituzione (erano previsti infatti precisi accorgimenti per poterla consumare, in accordo con i principi della medicina galenica), era sovente impiegata nella preparazione di rimedi per numerose patologie.


(Albrecht Durer, Madonna col Bambino e la
pera, 1526, Galleria degli Uffizi)


L'arte, come ho voluto dimostrare dalle immagini che ho scelto per accompagnare questo approfondimento, ha documentato questo frutto nella vita e cultura umane. Un insieme di simbologie sia di carattere sacro che profano. Oltre infatti a essere immagine di decadenza e morte, a causa della sua elevata deperibilità, era anche simbolo della bontà divina, a motivo della sua dolcezza. Altre simbologie sono quelle già citate all'inizio di questo approfondimento e legate alle credenze antiche. Spesso era anche dipinta come rimando alla felicità

Nell'arte sacra poi è particolarmente legata alla figura della Vergine col Bambino come simbolo di redenzione ma anche dell'amore di Dio e, non da ultimo, della maternità.

Vi sono inoltre artisti che nel corso del tempo hanno creato numerose opere aventi come protagonista la pera. Paul Cézanne, Max Ernst, Man Ray e Magritte. Lavori in cui il frutto era rappresentato nella sua immagine fedele oppure elaborata in funzione di correnti artistiche specifiche. Molto note sono anche le sculture particolarissime di Kolar, artista ceco del secolo scorso.

Come non citare poi la sua rappresentazione con funzione caricaturale? Honoré Daumier, di cui ho inserito un lavoro nell'immagine centrale, è un esempio di questo ulteriore aspetto nel rapporto tra arte e pera.

In Italia fu soprattutto Concetto Pozzati ad aver lavorato molto con questo frutto attorno agli anni Sessanta del secolo scorso.

Una golosità della natura che ha saputo intessere con l'uomo un legame speciale nel tempo, rapporto fatto di storia, tradizioni ma anche cultura, di cui l'arte è un esempio significativo. Un inverno ricco e gustoso insomma, anche sul piano storico e culturale.

Commenti

Post più popolari