Corniole e corniolo, viaggio attorno a due doni dimenticati della terra.

 

Il corniolo (Cornus mas) è un arbusto appartenente alla famiglia delle Cornacee. E' un albero molto resistente e facile da coltivare, proprio per questo ha stretto da lungo tempo un forte legame con l'uomo.

Il suo frutto, la corniola, è una drupa, ha un sapore acidulo e una forma oblunga che ricorda quella delle olive e, in alcuni casi, delle ciliegie mentre il suo colore varia da rosso-scarlatto a rosso corallo e, in alcuni casi, anche giallo.

Queste particolarità maturano ad agosto e fanno parte di quei frutti dimenticati che per lungo tempo hanno accompagnato l'uomo e la sua storia (soprattutto quella alimentare). Come accade per molti altri frutti e piante di questo tipo sono fortemente legate alla tradizione e cucina contadine.

Le corniole vengono utilizzate per produrre succhi di frutta e confetture e in alcune zone vengono serviti in accompagnamento al bollito e per aromatizzare alcolici come la grappa. Esiste anche una distillazione data dai frutti fermentati; sono, tra l'altro, molto buoni conservati sotto sciroppo.




Il corniolo è conosciuto fin dall'antichità. In una leggenda Romolo, per segnare il confine della città che poi divenne Roma, lanciò un giavellotto (cornus) verso il Palatino. Il manico in corniolo che si conficcò nel suolo radicò e fiorì, un chiaro presagio della futura potenza di Roma.

Non è un caso se la pianta era utilizzata in passato per fabbricare attrezzi agricoli. Infatti, poiché è un legno particolarmente duro, era impiegato per la produzione di quelle parti delle macchine fortemente soggette a usura (ad esempio i raggi delle ruote), ma anche per la fabbricazione delle pipe. Un materiale da costruzione conosciuto già dai tempi antichi tanto che Virgilio nell'Eneide affermava che il Cavallo di Troia fu costruito proprio con il corniolo. In antichità era protagonista anche di numerose leggende e racconti. Era infatti sacro ad Apollo. La festa di Karneia fu istituita dagli Elleni per placare l'ira del dio causata dalla parziale distruzione del bosco di cornioli (albero sacro alla divinità) per costruire il cavallo.

Le leggende e i racconti degli scrittori antichi che hanno come protagonista il corniolo e i suoi frutti abbondano. Omero, ad esempio, documenta come il consumo dei suoi frutti si modificò nel corso del tempo: da cibo adatto ai maiali a prodotto consumato dalle famiglie. Un esempio significativo non solo del mutamento di gusti ma, soprattutto, della capacità dell'uomo di adattarsi e utilizzare le risorse dell'ambiente in cui vive a suo vantaggio.

Altra particolarità è che dal seme si ottiene un olio adatto ad ardere, inoltre le varie componenti della pianta hanno proprietà tintorie che conferiscono un bel colore giallo. E' molto rinomato anche in erboristica avendo numerose proprietà benefiche tra le quali le più conosciute sono astringenti e febbrifughe. Oltre a ciò i frutti sono ricchi di sostanze benefiche: ottima fonte di fruttosio, sali minerali e vitamina C. Il decotto che se ne ricava è un toccasana in caso di problemi intestinali.

Durante il Medioevo (ma anche nelle epoche successive) era molto presente negli orti dei monasteri poiché profondamente legato alle conoscenze botaniche da sempre presenti nel mondo monastico e conventuale.

Fu introdotto in Inghilterra nel XVI secolo entrando a far parte dei giardini di collezionisti di piante considerate rare e/o particolari. Nel XVIII secolo divenne comune nei giardini inglesi anche a scopo alimentare, tanto che i frutti erano anche chiamati "cornioli-prugne". 

La sua popolarità si estese anche ad altri Paesi Europei e nel XIX secolo si poteva trovare facilmente anche in Francia e Germania dove era molto apprezzato da grandi e piccini.

Una pianta insomma da riscoprire, tesoro di usi, potenzialità e gusto che vanno meglio conosciuti e valorizzati, anche e soprattutto per conoscere un pezzo della nostra storia.




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