La grappa tra storia, curiosità ed usi.


La distillazione è una pratica molto antica, che affonda le radici nella storia e si intreccia con credenze mistiche e scientifiche; essa è ascrivibile all'attività di ricerca condotta dagli alchimisti già nel XII secolo.
Indubbiamente la Scuola Salernitana ebbe un ruolo importante nella regolamentazione delle tecniche di produzione. Va anche detto che durante il Medioevo e oltre, la grappa venne utilizzata a scopo medicamentoso, solo più tardi (a partire dal XVI secolo) diventò un prodotto per il consumo fuori dagli scopi medici. Fu con l'introduzione negli alambicchi del refrigerante ad acqua, 1300-1400 circa, che nacque la distillazione vicina a quella che anche noi pratichiamo oggi.
Nonostante ciò, va ricordato che come accade per molti prodotti o alimenti, le sue origini appaiono incerte perché affondano saldamente nella storia. Bisogna anche ricordare che la produzione di distillati di vino era certamente conosciuta nel XIV secolo grazie all'opera del medico padovano Michele Savonarola che, proprio a fine secolo, scrisse un trattato dal titolo "De Conficienda Aqua Vitae".







Oltretutto la parola "alcohol" venne utilizzata per la prima volta da Raimondo Lullo, filosofo, teologo, mistico e missionario catalano, detto "doctor illuminatus".
Vorrei proporvi anche un aneddoto  molto curioso ma non sostenuto da prove, in molte pubblicazioni del passato dedicate alla nostra protagonista veniva citato un documento che riguardava Enrico di ser Everardo da Cividale del Friuli; il documento attesterebbe che il personaggio avesse lasciato in eredità "un alambicco per distillare l'acquavite", e proprio in questo contesto si fa riferimento ad una parola che assomiglia molto al termine "grappa".
Un altro aspetto importante riguarda il fatto che nei secoli scorsi l'alambicco non aveva solo funzione estrattiva ma si caricava di significati e simbologie molto particolari. Gli alchimisti, per esempio, impiegavano tali strumenti per mutare la materia; si riteneva anche che le quintessenze potessero essere isolate attraverso la distillazione; in questo senso la funzione dell'alcol era quella di estrarre dai composti le quintessenze e le pregiate virtù che essi possedevano. Occorre ricordare inoltre che l'alambicco assunse via via anche valenze mistiche, ricollegandosi alla ricerca spirituale e ad alcuni aspetti legati alla religione; un esempio su tutti è Martin Lutero che utilizzò questo strumento attraverso una metafora per descrivere come si comporterà Dio nei confronti degli uomini nel giorno del Giudizio. Una commistione questa, tra alambicco e misticismo, che durò in realtà fino al Settecento.
Tornando alla nostra protagonista sbaglieremmo a pensare che le sue caratteristiche potessero essere simili a quelle che ha oggi, infatti era sicuramente più secca, satura di caratteristiche pungenti e forte (aspetti che durarono secoli). Ma l'associazione più comune è quella con gli alpini durante il secolo scorso, quando in tempo di guerra era utilizzata e consumata per fronteggiare le tante avversità quotidiane.
In passato era prodotta con alambicchi a bagnomaria o a fuoco diretto, un metodo artigianale insomma. Non si può dire nemmeno che fossero diffuse le grappe provenienti dalla selezione di un solo vitigno (tranne quelle di Moscato e Malvasia).
Solo a partire dal dopoguerra, quando mutarono le condizioni economiche e sociali, anche i gusti e le modalità di produzione della nostra protagonista subirono una consistente variazione: i processi produttivi vennero migliorati e diversificati e vennero create grappe più morbide, anche a base di un solo vitigno.
Storie, tecniche e contaminazioni storiche e culturali che sono presenti ancora oggi in un prodotto straordinario, che va assaporato e meditato lentamente ... proprio come la storia!

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