Susine, cuori dolci della natura.

 

"E c'erano dei salsicciotti a sfrigolare su una graticola d'argento, e sotto la graticola susine di Siria con chicchi di melagrana"


La citazione presente sopra è di Petronio ed è presente nel suo "Satyricon" opera in cui è narrato il famoso banchetto di Trimalcione, un liberto arricchitosi e desideroso di mostrare a tutti le sue ampie disponibilità economiche, anche attraverso banchetti grondanti di sfarzo e pietanze di ogni tipo tra cui, come si può leggere, anche le nostre protagoniste.

Le susine sono un tipo di frutta molto apprezzata e utilizzata per la realizzazione di piatti dolci e salati; in molte cucine infatti sono servite cotte in vari modi come abbinamento alla carne.

Si suddividono in due grandi gruppi: euro-asiatiche, caratterizzate da un nocciolo staccato dalla polpa che appare soda e compatta; cino-giapponesi, con polpa più morbida e carnosa.

In generale però la susina è originaria dell'Asia.





Sono profondamente legate alla storia umana perché conosciute già dai tempi delle antiche civiltà. Sono certamente tra i più antichi frutti coltivati, i loro resti sono stati infatti rinvenuti in insediamenti del periodo Neolitico.

La varietà europea venne introdotta nell'antica Grecia e a Roma dai mercanti che viaggiavano verso Occidente. Fu però nel Medioevo che, grazie alle spedizioni delle Crociate, si estesero in numerose zone.

Nel XVIII secolo i missionari spagnoli le introdussero sulla costa occidentale americana, mentre quelli inglesi sulla orientale e i francesi in Canada.

Un frutto che, a seconda delle epoche, assunse connotazioni e simbologie diverse tra loro: la medicina, per esempio, la riteneva un cibo inadatto a svegliare i sensi; le tradizioni popolari ed esoteriche invece si ponevano esattamente all'opposto considerandola quindi afrodisiaca.

Anche oggi, come in passato, sono molto apprezzate crude fresche, cotte o essiccate. Molto buone sono anche quelle lavorate in conserve come confetture oppure messe sotto spirito. Tutte tecniche profondamente connesse al mondo rurale e alla sua grande tradizione di lavorare i prodotti della natura per avere riserve alimentari in tempi difficili o, più semplicemente, durante il periodo autunno-invernale. In Europa orientale, per esempio, con esse si prepara il cosiddetto "brandy di prugne" o slivovitz, in Francia sono molto famose e rinomate quelle d'Agen. In Asia inoltre in alcune località sono messe anche sotto aceto o sale.

Va però riconosciuto che i susini cino-giapponesi sono i più antichi. Erano infatti presenti sulle tavole dei banchetti di imperatori cinesi e giapponesi e considerati dalle credenze popolari simili agli dei.

Sono certamente apprezzate le loro proprietà, soprattutto quelle in favore dell'apparato gastro-intestinale, tanto che anche un grande della letteratura come Moliere ne parla nella sua opera "Il malato immaginario", all'interno del quale il medico ordina al paziente: "prugnette secche per liberare il ventre".

Gusti, tradizioni e ricette tra passato e presente che fanno di un dono della natura apparentemente semplice (ma straordinariamente gustoso!) un tesoro prezioso da conoscere e valorizzare in cucina ma anche in agricoltura e, perché no, sul piano storico e culturale.

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