Dragoncello: tutta la freschezza della primavera!
Il dragoncello è una pianta che profuma di primavera, di fresco ma anche di storia e curiosità!
Il termine generico di "artemisia" che gli viene associato deriva dalla sua capacità di ristabilire il flusso mestruale, un omaggio alla dea Diana/Artemide. Anche il nome italiano è molto curioso e particolare, tanto da essere stato oggetto nel tempo di numerosissime ipotesi. Una delle più note è che volesse dire "piccolo drago"; un'altra invece vuole che derivi dalla somiglianza del suo cespuglio al manto di un drago.
Altri invece sostengono che il nome derivi dal fatto che nel Medioevo venisse utilizzata come rimedio per il morso dei serpenti (che anticamente erano chiamati draghi), mentre alcuni ritengono che le radici, somiglianti a un groviglio di serpenti, abbiano dato il nome alla pianta.
Il dragoncello è originario dell'Asia centrale, della Russia meridionale e della Siberia, diffuso in Occidente durante l'Alto Medioevo. L'inizio della sua presenza in Italia invece è incerto, nonostante alcune credenze popolari lo attribuiscano a Carlo Magno.
Di certo furono gli Arabi ad avere un ruolo importante nella sua diffusione in area mediterranea; era infatti una pianta da loro molto utilizzata.
Fiorisce durante la bella stagione in luoghi soleggiati. Ha il sapore forte e pepato, simile all'anice e al sedano. E' utilizzato in molte cucine, anche dei Paesi del Nord, per insaporire piatti a base di pesce, verdure e per conferire più gusto a salse di accompagnamento o maionesi.
E' anche una pianta apprezzata da tempo per le sue virtù benefiche: è infatti un antisettico, stimolante e digestivo, solo per menzionarne alcune!
In cucina venne citato per la prima volta nel Cinquecento in un'opera di Cristoforo Messisbugo.
Sebbene non sia molto presente all'interno delle cucine regionali italiane c'è una storica salsa senese a base del nostro protagonista, aglio e mollica di pane raffermo imbevuta nell'aceto. Nonostante oggi non sia molto diffusa, in passato veniva preparata per accompagnare le carni lesse.
Attorno alla golosità appena citata e, nello specifico, all'ingrediente che la caratterizza, c'è anche una leggenda tutta senese. Una ragazza della città si innamorò di un dragone, non quello che si pensa, ma un soldato napoleonico a cavallo. Un giorno il giovane scrollando i suoi stivali sporchi dal davanzale della giovane, fece cadere dei semi in un vaso all'interno del quale nacque la pianta a cui poi fu dato il suo nome per ricordo e amore. Un sentimento, quello della giovane, finito a causa della distanza.
Oggi il dragoncello è un'erba aromatica che sta entrando nuovamente a piccoli passi in cucina. Sempre più chef e cultori del gusto la utilizzano non solo per arricchire preparazioni ma anche semplici insalate.
Una pianta fresca e profumata insomma, capace di dare il meglio di sé anche sul piano culturale.
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