Curiosità di gusto attorno alle albicocche!
La storia dell'albicocca è antica, accompagna infatti l'uomo da secoli. I Romani la chiamavano "mela armena" perché sostenevano che provenisse proprio da quella località. E' invece un frutto dalle origini incerte, probabilmente Persia o Cina. E' collegato spesso al termine più generico di "Oriente", l'albero da cui proviene cresce infatti spontaneamente sull'Himalaya.
La sua presenza in area mediterranea si ebbe successivamente alle conquiste di Alessandro Magno (una delle teorie più accreditate) ed era consumata e apprezzata dai Romani.
Dopo un periodo di oblio fu reintrodotta dagli Arabi attorno al X secolo d. C. . Tale ritorno non fu confinato però alla sola cucina ma, al contrario, coinvolse anche la farmacia.
Il termine "primizia" che ora è utilizzato per tutti i frutti della terra, così come nella cultura romana, con gli Arabi invece era destinato proprio a questo frutto che è precoce.
A causa del colore, della forma, della consistenza e dei rimandi del significato del nome in altre lingue, l'albicocca col tempo si caricò anche di significati simbolici quali la giovinezza e la bellezza.
Alcuni studiosi affermano che fosse già coltivata 5000 anni fa nella zona che comprende Iran, Turkestan, Afghanistan e Cina occidentale.
Sono numerose le leggende sulla sua nascita e diffusione, la più conosciuta afferma che in origine l'albicocco fosse solo una pianta ornamentale. Quando l'Armenia fu invasa venne ordinato di abbattere tutti gli alberi che non producevano frutto. Così, per tutta una notte, sotto questa pianta che produceva solo bei fiori, pianse una giovane donna. Al mattino l'albero era carico di albicocche.
Altre leggende, invece, la eleggono quale frutto misterioso consumato da Adamo ed Eva nel celebre racconto biblico.
A causa delle sue caratteristiche morfologiche e delle leggende ad essa associate nel corso del tempo l'albicocca è stata legata simbolicamente all'amore, alla giovinezza e, in molti Paesi e culture, al buon auspicio.
Molti, inoltre, ritengono che sognarla fresca porti fortuna; viceversa, secca sia causa di sciagure.
La cucina povera ha saputo nel corso del tempo trasformare questo dono della natura non solo in gustose confetture ma anche in dolci e altre squisitezze. Non solo, di questo frutto erano utilizzati anche i semi, chiamati "armelline" o anche "mandorle amare". Venivano infatti impiegate spesso dai ceti poveri come sostitute delle più pregiate mandorle. Non solo, vengono ancora oggi utilizzate in pasticceria come essenze per conferire il loro particolare aroma ai dolci o anche come ingredienti particolari nella produzione degli amaretti o di liquori e per rendere più particolare il gusto di quelle dolci. Il loro consumo però deve essere attento perché contengono amigdalina che, attraverso reazioni chimiche diviene acido cianidrico, tossico ad alte concentrazioni (se ne sconsiglia il consumo ai più piccoli).
Un frutto ottimo anche da consumare fresco, simbolo dell'estate e della voglia di leggerezza.
Gusti, tradizioni e curiosità attorno all'albicocca, squisitezza che proviene da lontano ma che ormai è entrata nelle nostre tradizioni e, soprattutto, nei nostri cuori.
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