Cibo, cinema e Federico Fellini. Un gustoso legame da riscoprire.

 

Federico Fellini (Rimini, 20 gennaio 1920 - Roma, 31 ottobre 1993) fu un regista, sceneggiatore, fumettista e scrittore italiano.

E' certamente un grande protagonista del cinema internazionale e della sua storia. Una figura particolare, innovativa e visionaria. Complesso e articolato anche il suo rapporto col mondo del cibo e della tavola.

Amava infatti pietanze corpose e abbondanti ma, allo stesso tempo, ancorate alle tradizioni e alla cucina locale: i maltagliati con i fagioli, il brodetto di pesce, il piccione arrosto ma anche la zuppa inglese erano solo alcuni dei piatti che amava consumare.

Un personaggio molto particolare, che concepiva il cibo come un qualcosa di inclusivo e da condividere. Non amava infatti mangiare da solo ma, oltre agli amici, invitava spesso persone di cultura, giornalisti e politici. Nonostante ciò non gradiva i piatti troppo elaborati, preferendo a essi quelli semplici ma gustosi.



(Federico Fellini, 1965)


Semplicità che si rivelava sia nelle occasioni importanti che in quelle quotidiane. Una rosetta croccante con poco parmigiano o con la mortadella era, per esempio, il suo spuntino preferito.

L'alimentazione per Federico Fellini aveva sempre un carattere fisico spiccato che si collegava molto alla carnalità e al piacere sessuale. Il film del 1969 "Fellini Satyricon" tratto dall'opera dello scrittore latino Petronio Arbitro, è un esempio significativo di quanto appena esposto. Il cibo è per lui però anche tentazione e peccato, nel film "8 1/2" Sandra Milo, in modo molto sensuale, divora un pollo aiutandosi con le mani. Anche in "Boccaccio '70" , pellicola costituita da quattro episodi diretti da Vittorio De Sica, il nostro protagonista, Mario Monicelli e Luchino Visconti, piatti e materie prime assumono queste valenze.

Altro esempio significativo del rapporto di Federico Fellini e il cibo e, soprattutto, delle relative conseguenze nella sua produzione cinematografica lo possiamo trovare nel film "Roma" del 1972, presentato fuori concorso al venticinquesimo Festival di Cannes. Una pellicola divisa in episodi che descrivono la Città Eterna attraverso i ricordi del regista. Significative sono a tal proposito le scene delle cene in strada in cui la materialità dell'atto del nutrirsi si confonde con quella delle persone e, in generale, dell'esistenza umana.

All'opposto si pone invece "La dolce vita" del 1960, film in cui, proprio per volontà di Fellini, il cibo non è assolutamente presente. Compare invece lo champagne, immagine della vita mondana e frivola che si consuma nella Capitale.

L'insieme di sentimenti dei personaggi presenti nelle opere del nostro protagonista sono narrati anche attraverso il mondo alimentare e le scene che ne descrivono la preparazione ma, soprattutto, il consumo.

Fellini amava molto anche disegnare,  una vera e propria ossessione che iniziò a quindici anni e proseguì per tutta la vita. Anche in quest'arte il cibo diventa spesso soggetto di queste rappresentazioni, non solo come sinonimo di gusto o soddisfacimento materiale, ma anzitutto interesse e pensiero.

Nei disegni infatti pietanze, banchetti e scene gastronomiche si mescolano a erotismo e desiderio. A questo lato artistico fu dedicata nel 2020 una interessantissima mostra che consentì di poter visionare alcuni lavori del noto artista.

Nel proprio pensiero e, conseguentemente, nei film non mancano certo anche temi nostalgici come l'infanzia, il sogno e il ricordo della sua Romagna che si manifesta sovente con immagini gastronomiche e di profumi lontani.

Gusto, narrazione, simbolismi vitali e, a volte, proibiti che fanno di Federico Fellini un re indiscusso anche della cultura alimentare in ambito cinematografico, poeta sapiente e godereccio che seppe narrare una parte importante dell'Italia a tavola.

Commenti

  1. Ho avuto più volte il piacere di pranzare o cenare con Fellini e tante persone vicine. L'ambiente era sempre rilassante e godereccia. Mi ha chiamato suo "consulente informale" per il gusto con il quale ho mangiato alcune cose, sopratutto il pollo arrosto. Ha detto che ho "consultato" nella gestione di alcune scene gastronomiche nel suo film Casanova.

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    1. Molto interessante la sua esperienza! Grazie di averla condivisa con me e con i lettori del mio blog, sono questi gli aneddoti che arricchiscono e rendono "gustosa" la cultura legata alla tavola.

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