Il valore culturale della tavola.

 

Sedersi attorno a un tavolo non è solo un atto per sopperire a un'esigenza fisica ma un autentico modo di fare cultura e praticare scelte sociali e politiche. E' proprio questo infatti uno dei momenti fisici ma, soprattutto, immateriali attraverso cui si instaurano legami, amicizie, intese economiche o, dal lato assolutamente opposto, si acuiscono dissidi e rotture, malintesi o, addirittura, conflitti.

Se ci pensiamo bene anche all'interno di quel grande codice della cultura occidentale che è la Bibbia la tavola è presente in varie occasioni; gli uomini e le donne che vi si riuniscono intorno, infatti, provocano degli accadimenti importanti. Addirittura possono segnare delle vere e proprie svolte nella storia dell'uomo: la cena di Pasqua del popolo ebraico narrata nell'Antico Testamento è un punto fondamentale nella liberazione dalla schiavitù e per l'inizio di una nuova esistenza, tanto da esserne celebrata ancora oggi la memoria. Allo stesso modo l'Ultima Cena segna un punto decisivo nella vita di Cristo ma, conseguentemente, anche in quella di ogni cristiano.

La cultura che viene prodotta attorno al tavolo e, nello specifico, nell'atto del nutrirsi è fondamentale sia per il mondo religioso che per quello civile, e per i vari aspetti che li condizionano. Sono infatti molti gli aneddoti che vengono narrati a tal proposito nel corso dei secoli: scoperte o intuizioni, patti e armistizi, matrimoni e sodalizi di famiglie potenti, numerosissimi casi insomma che evidenziano come la nostra protagonista sia fondamentale per la vita dell'uomo.


(Albert Anker, Die Armensuppe, 1893, Museum of Fine Arts Berne,
Switzerland)


Il valore culturale si esprime anche per il fatto che spesso questa associazione rimanda all'adesione a valori comuni e a ideologie condivise, siano esse di matrice alimentare che, soprattutto, sociale.

La tavola esprime anche però la divisione di una società in ceti, ognuno dei quali ha specifiche caratteristiche che si manifestano anche attraverso il cibo e l'atto di consumarlo. In questo senso, anche all'interno di una stessa fascia sociale, la tavola è lo strumento attraverso cui si determinano le differenze e la superiorità di un individuo rispetto a un altro. Molti studiosi hanno indagato e approfondito questi aspetti; Norbert Elias, sociologo tedesco, è un esempio significativo e autorevole di questo campo di ricerca.

Naturalmente la nostra protagonista è anche il centro in cui si riuniscono culture e saperi differenti, si incontrano e mescolano, influenzandosi a vicenda. 

La tavola si declina anche in innumerevoli varianti, diverse da una località all'altra. Soprattutto quando si parla di cucina e di tradizioni gastronomiche. Questi aspetti culturali sono ulteriormente accentuati quando si rapportano con le "tavole speciali" apparecchiate in occasione di feste religiose e civili, ricorrenze annuali e grandi eventi della vita.

La nostra protagonista è anche utilizzata per criticare o definire una società nel suo insieme, nei valori di cui è permeata o, dal lato opposto, assente. Talvolta essa è anche espressione dei mestieri e dei lavori che vi ruotano, sia quelli inerenti al cibo, che per i produttori di materiali e manufatti in cui esso è cotto, trasformato e servito. Espressione della profonda cultura artigianale e delle sua evoluzione nel tempo.


(William Paxton, La colazione, 1911)


Anche l'arte e la letteratura hanno documentato tutti questi aspetti. La prima, come ho voluto dimostrare nella scelta delle immagini che corredano questo approfondimento, ha dato forma alle molteplici contraddizioni che la tavola ha avuto nei secoli, svelandoci così riti, tradizioni, usanze e gusti, ma anche rendendoci partecipi di momenti privati o eventi mondani.

Anche nella letteratura sono numerosi i casi che potrebbero essere citati e rientrano nella riflessione oggetto di questo approfondimento. In Grazia Deledda, per esempio, è sinonimo delle tradizioni locali e del loro rapporto con la gente che abita un dato territorio. Diverso è il caso di Thomas Mann che, nel suo romanzo "I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia" , attraverso il racconto della cena organizzata per festeggiare l'acquisto della nuova casa nella via di prestigio della città, da parte della famiglia borghese protagonista del romanzo, fa emergere tutte le debolezze di un ceto che sta per entrare in crisi e che è destinato, inevitabilmente, a morire. 

Amplia e complessa è invece la narrazione della tavola all'interno dei racconti di Guy De Maupassant, in questo caso infatti essa è espressione della molteplicità delle realtà presenti in un determinato Paese e il loro approccio al vivere, anche attraverso il cibo.

Esempi, quelli appena esposti, che fanno comprendere bene l'intreccio della tavola con l'uomo e, soprattutto, le numerose espressioni della cultura che la coinvolgono rendendola nel tempo un punto fondamentale per l'analisi non solo della storia del cibo ma, in generale, nell'evoluzione delle varie società umane.

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