Totò ed il cibo tra rappresentazione e passione.


Da sempre la fame è stata compagna fedele e inseparabile dell'uomo. Questa frase non comprende naturalmente i ceti abbienti ma la maggior parte della popolazione che ha sempre dovuto faticare ed ingegnarsi per riuscire a portare in tavola qualcosa. Una fame mai placata insomma, ma che si trascina nel corso del tempo e si tramanda da padre in figlio come fosse un' eredità, che nessuno mai vorrebbe possedere. Tutto ciò naturalmente è stato documentato dall'arte nelle tante sue versioni: letteratura, pittura, scultura, teatro. Quest'ultimo in particolar modo ha saputo elaborare nel corso del tempo dei personaggi che da Nord a Sud declinano in diverse varianti (ma dalla medesima sostanza) questo rapporto secolare. Pulcinella ne è un esempio significativo, una fame disordinata ed ingorda, un pensiero presente tutto il giorno, che porta questo personaggio ad essere addirittura privo di educazione; come capita per tutte le maschere quest'ultima rappresenta al meglio alcuni aspetti salienti della storia e del carattere dei napoletani.




Ho voluto fare questa breve introduzione perché la ritengo fondamentale per comprendere meglio alcune caratteristiche tipiche del personaggio di Totò. Il nostro protagonista è erede delle maschere e dei burattini dell'antica tradizione italiana, la fame infatti era molto presente nei suoi film che ricalcano alcuni aspetti salienti legati a questo tema, con chiari rimandi non solo al teatro dei burattini ma anche alla Commedia dell'Arte e perfino a Pinocchio.
Non tutti sanno infatti che il suo rapporto con il cibo era molto stretto e particolare, di certo l'amore per questo mondo gli fu trasmesso dalla nonna e dalla madre, entrambe ottime cuoche. Inoltre durante il periodo di gavetta aveva molto sofferto la fame e questo lo portò poi, proprio come Pulcinella, ad avere quasi un'ossessione per il cibo.
Sicuramente amava mangiare e sperimentare attraverso l'elaborazione di ricette semplici ma non banali, ogni piatto infatti era curato non solo nella sua esecuzione e presentazione ma, ancor più, nella scelta delle materie prime e della loro qualità.
Sono tanti, come ho già accennato, i suoi film in cui il cibo è presente con diverse accezioni e in differenti situazioni:

  • "Oro di Napoli"
  • "Totò sceicco" in cui sono presenti diversi alimenti tipici di Napoli ma anche altri cibi.
  • "Totò, Peppino e i fuorilegge" con la scena del pranzo alla romana
  • "Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi" in cui è presente la scena del pranzo dell'ufficiale.
  • "Totò cerca casa" in cui è emblematica la scena dell'uovo e dei salamini.
  • "I due marescialli" 
  • "47 morto che parla"

Ma il film più caratteristico in questo senso è "Miseria e nobiltà", in cui è presente la scena memorabile che tutti noi conosciamo in cui Totò e gli altri personaggi si azzuffano e consumano avidamente gli spaghetti da una zuppiera posta sulla tavola; tra l'altro proprio in questo film uno dei personaggi più importanti è proprio un cuoco. Una scena che mette in atto tutte le sfumature e diversificazioni legate alla fame atavica di cui ho parlato all'apertura di questo post. Un aspetto se ci pensiamo bene non così distante da noi, ma presente ancora il secolo scorso.
Proprio in tale film il cibo è, potremmo osare, uno dei fili conduttori; la fame poi si manifesta attraverso differenti situazioni, per esempio:

  1. la scena degli spaghetti che ho citato in precedenza
  2. Totò che ordina le pizze
  3. la memorabile scena del "paltò di Napoleone" con il suo lungo elenco di cibi
  4. Totò e gli altri finti nobili si gettano sui gelati

Queste sono solo alcune delle scene a tema cibo presenti e che ho voluto elencare. Significative sono anche alcune battute, in questo film per esempio Totò dice a Pasquale: "Sposati il cuoco".
Nei suoi film non sono presenti solo scene a tema cibo generiche, ma si parla di prodotti specifici, su tutti troneggiano gli spaghetti, ma tanti altri esempi possono essere fatti: pane, pesce, uova, pizza, caffè, burro e anche dolci.
Oggi Totò, soprattutto attraverso i suoi film, ci invita a riscoprire l'importantissimo valore della cucina mediterranea attraverso la sua arte ed i suoi personaggi e, al tempo stesso, riflettere su una problematica (quella della carenza di cibo) che solo alcuni decenni fa attanagliava ancora molte persone nel nostro Paese.

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