Bernardo Bertolucci tra cibo e film!

 

Bernardo Bertolucci (Parma, 16 marzo 1941 - Roma, 26 novembre 2018) fu un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. E' tra le figure più conosciute anche a livello internazionale.

Nei film del famoso regista ci sono due elementi fondamentali: il ballo e il cibo. Anche per questo grande uomo del cinema infatti la tavola e, in generale, il mondo del cibo sono metafora della vita e degli affetti ma anche della società dell'epoca con le sue caratteristiche e contraddizioni.

Un regista che unisce all'interno dei suoi lavori profumi e sapori decisi, proprio come quelli della sua terra natale. I riferimenti a cibi, materie prime e luoghi legati al mondo alimentare abbondano all'interno dei suoi film.

In "Ultimo tango a Parigi" del 1972 è un panetto di burro che ha un ruolo fondamentale nel rapporto tra i protagonisti della pellicola. Per i personaggi infatti il cibo è sostanzialmente sesso, è infatti legato alla sfera sessuale e a tutto ciò che le ruota attorno.



(Bernard Gotfryd, Bernardo Bertolucci,
1 gennaio 1971)



In "La strategia del ragno", film per la televisione del 1970 ispirato dal racconto di Jorge Luis Borges del 1944 "Tema del traditore e dell'eroe" che torna nella sua città natale per far luce sull'enigmatico omicidio del padre, c'è un personaggio estremamente interessante sul piano culturale e gastronomico: Gaibazzi, ex partigiano che svolge un lavoro molto particolare, l'assaggiatore di culatelli. Un concentrato della cultura del territorio di Parma, interpretato da Pippo Campanini, attore molto amico di Bertolucci. Personaggio profondamente legato al mondo gastronomico e a quello del vino, mondi che, tra l'altro, sono presenti in un altro film "La Luna" del 1979, presentato alla trentaseiesima Mostra del cinema di Venezia. Nel film l'attore, nei panni di un oste, condurrà un giovane personaggio di nome Joe alla scoperta delle delizie del territorio.

Non solo il cibo è protagonista delle pellicole di Bertolucci ma anche la tavola come luogo fisico e immateriale dove ci si riunisce, si discute ma anche si confrontano idee e opinioni e, perché no, si confabula. Quest'ultimo aspetto è ciò che accade nel film "La tragedia di un uomo ridicolo" del 1981, presentato al Festival di Cannes nello stesso anno fece ottenere a Ugo Tognazzi il premio per la migliore interpretazione maschile. Anche Tognazzi, tra l'altro, fu un grande estimatore della cultura gastronomica, come ho avuto modo di ricordare in un precedente approfondimento!

Nei lavori del nostro protagonista il cibo, il vino, le scene in cui si consuma un semplice spuntino o si è a tavola sono lo strumento per veicolare numerosi messaggi, di differente natura. Col cibo si affrontano temi particolari, anche molto delicati, perché ciò di cui ci nutriamo è per Bertolucci l'essenza stessa della vita e della sua ciclicità.

Ci sono anche scene che rimandano ai lavori contadini che, in realtà, erano delle vere e proprie ritualità collettive, come l'uccisione dei maiali nel film "Novecento" del 1976, presentato anche al ventinovesimo "Festival di Cannes" e che fa riferimento a un cortometraggio che Bertolucci girò da ragazzo nel 1956 e intitolato "La morte del maiale".

Addirittura nel suo lungometraggio del 1962 intitolato "La commare secca" (ispirato a un soggetto di Pasolini) un protagonista muore nel tentativo di fare un cenone.

Anche la digestione è un processo fisiologico che, nei suoi lavori, si connota di profondi significati simbolici che si intessono col senso della vita e dell'esistenza.

Simbologie, riti e messaggi che fanno capire bene la profondità del legame che questo straordinario regista ha avuto col cibo e l'intensità con la quale l'ha indagato nelle sue pellicole, consegnandoci così dei veri e propri lavori antropologici, sociali e culturali.

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