Cibo e Alberto Sordi: voracità di un legame straordinario!


Parlare del mondo del cinema italiano associato al cibo vuol dire fare un viaggio molto articolato ma estremamente avvincente attorno a un componente fondamentale della cultura che, nel tempo, ha saputo indagare gusti, aspetti sociali e culturali, mode ma anche elementi negativi e contraddizioni. Tutto ciò è ben visibile in particolar modo in alcune figure italiane del cinema che, attraverso il proprio lavoro, hanno saputo indagare a fondo tutti questi importanti aspetti, restituendoci così un documento importante legato alla cultura alimentare. Alcuni di essi poi hanno avuto una passione particolare, fortissima, per la tavola e gli alimenti, trasmettendola così con varie declinazioni ai personaggi che nel corso della loro carriera hanno interpretato o ai film che hanno diretto. In questo blog ho già approfondito infatti due grandi figure: Totò e Ugo Tognazzi.
Anche Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 - Roma, 24 febbraio 2003) ha sempre avuto un legame molto saldo e particolare col cibo che si è manifestato nei vari film di cui è stato regista e/o attore.




Una delle scene più emblematiche e certamente più conosciute è quella dell'immagine posta qua sopra, del film "Un americano a Roma" del 1954, regia di Steno (Stefano Vanzina). Nella commedia Sordi interpreta Nando Mericoni, giovane romano che ama profondamente gli Stati Uniti, tanto da parlare con accento americano e volersi cibare solo di prodotti associati a quel Paese. Una sera però non resiste di fronte a un piatto colmo di spaghetti che la madre gli lascia sul tavolo con a fianco un fiasco di vino. I cibi italiani vincono prepotentemente sulle mode oltre oceano che vorrebbero introdurre gusti e stili di vita assai differenti da quelli del Bel Paese. Una vittoria che è anzitutto culturale e sentimentale, coinvolgendo le radici del protagonista, i suoi veri gusti che vincono sui modelli alimentari alieni.
Altro esempio interessante è "Le coppie", film costituito da tre episodi diretti da: Mario Monicelli, Alberto Sordi e Vittorio De Sica. Nell'episodio "La camera" la coppia protagonista appartenente ai ceti bassi, per sopperire ai rifiuti degli alberghi della Costa Smeralda in cui volevano soggiornare, si consolano a un ristorante casereccio con porzioni abbondantissime. Un legame, quello tra appetito e povertà, ampiamente indagato dalle arti: letteratura, pittura, ma anche cinema e teatro, le quali l'hanno declinato nel tempo in numerosissime varianti.
Altro film assolutamente memorabile (e che rimane nel cuore di tutti) è "Il marchese del Grillo" del 1981 di Mario Monicelli. Anche qui il cibo è presente. Il marchese infatti ama confondersi tra il popolo andando per osterie e taverne, consumando spesso i piatti della tradizione.
Anche "Dove vai in vacanza?", film collettivo del 1978 il cibo gioca un ruolo importante. La pellicola è suddivisa in tre episodi indipendenti: "Sarò tutta per te" di Mauro Bolognini, "Si Buana" di Luciano Salce e "Le vacanze intelligenti" di Alberto Sordi. In quest'ultimo episodio (molto conosciuto) Sordi interpreta un fruttivendolo romano che con la moglie fa "vacanze intelligenti", ovvero culturali, perché organizzate dai tre figli che frequentano l'università. Vacanze immersi nella cultura e arte, caratterizzate anche da una rigida dieta da seguire. Memorabili sono le scene della visita alla Biennale di Venezia e, proprio qui, i due protagonisti ribellandosi alle forme artistiche presenti che non comprendono, si rifugiano in una trattoria in cui si abbuffano di cibo.


(Public domain, Arquivo Nacional Collection)


Anche in quest'ultimo esempio l'abbuffata compare quasi prepotentemente. Essa è infatti un tema molto presente nei film di Alberto Sordi ed è strettamente connessa alla fame e alle sue implicazioni sociali e culturali ancora fortemente presenti negli anni del boom economico. Tema che è connesso ad altri aspetti altrettanto interessanti: il variare del rapporto col cibo delle differenti generazioni, le valenze assunte dall'alimentazione nei differenti territori italiani, la convivialità ancora molto sentita in alcune zone e il contrasto con l'emersione di modelli di vita fortemente differenti, simboli tangibili della società che muta ma anche del divario tra Nord e Sud.
Il film "Mafioso" di Alberto Lattuada del 1962 è un esempio significativo di tutto ciò. Nella pellicola infatti Sordi è un siciliano che vive a Milano e, portando la famiglia in vacanze nella sua Sicilia, emerge inevitabilmente la diversità nei modi di vivere che si concretizza (ed è ben riassunta) da una scena in cui c'è un grande tavolo colmo di cibi in cui la famiglia allargata si abbuffa.
Anche "Una vita difficile" di Dino Risi del 1961, presenta il tema della fame. Una coppia di giovani comunisti (il ragazzo è interpretato da Sordi) è invitata per pura casualità a mangiare presso una tavola aristocratica, proprio nel periodo in cui l'Italia era chiamata a decidere fra monarchia o repubblica. I due infatti furono chiamati a partecipare al sontuoso convito solo perché la superstizione legata al cibo, e molto sentita tra gli aristocratici, vietava di sedersi al tavolo in tredici. Un film in cui emergono anche prepotentemente le differenze di classe legate all'alimentazione, sia connesse agli alimenti consumati che alle ritualità/credenze ad essi associate.
Un vero complesso e interessante universo quello indagato da Alberto Sordi attraverso il suo lavoro, documento della particolarità del mondo alimentare e della sua connessione con l'uomo e la sua esistenza.

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