Eduardo De Filippo, poeta cinematografico della cultura gastronomica.

 

Eduardo De Filippo (Napoli, 24 maggio 1900 - Roma, 31 ottobre 1984) fu un grande artista italiano: regista, drammaturgo, attore, sceneggiatore e poeta.

E' certamente un volto noto a livello internazionale non solo del cinema italiano ma, soprattutto della cultura del nostro Paese, anche e soprattutto in campo alimentare.

Il suo rapporto infatti col mondo del cibo fu molto stretto, coinvolgendo la sua vita a tuttotondo, anche il lavoro. Molte sono infatti le incursioni gastronomiche dal punto di vista cinematografico: citazioni golose, scene di pasti, ricette, addirittura consigli. Parlare del legame tra il cinema di Eduardo e il cibo non vuol dire fare solo un semplice viaggio ricco di curiosità (anche se non sarebbe cosa da poco!), ma incamminarsi in un vero e proprio percorso alla riscoperta di un pezzo della storia del gusto italiana e le sue infinite declinazioni sociali, culturali e antropologiche.




A tal proposito il pranzo in Eduardo assume un ruolo fondamentale: non solo consumo di cibi e pietanze ma occasione di incontro/scontro della famiglia, luogo fisico ma anzitutto relazionale e immateriale in cui emergono divisioni e problematiche, disagi e conflittualità sopite.

In tutto ciò non può mancare la sua amata cucina napoletana con i piatti ricchi di gusto, storia e tradizioni che questo grande personaggio del cinema celebra e documenta.

Sono tanti gli esempi che possono essere menzionati e che documentano gli aspetti appena citati. "Sabato, domenica e lunedì", per esempio, commedia scritta e interpretata dal nostro protagonista nel 1959 e inserita nel gruppo di opere chiamato "Cantata dei giorni dispari", contiene al suo interno una citazione gastronomica molto importante. Una protagonista infatti, donna Rosa, spiega alla propria cameriera l'importanza del soffritto nella preparazione del ragù. Del resto il perno attraverso cui si muove la trama del film è proprio la preparazione di questa salsa importantissima per la cucina napoletana ma, in generale, anche del pranzo domenicale e dell'insieme di riti e tradizioni che lo compongono.


(Eduardo e Titina De Filippo nell'episodio "Purificazione",
del film "Cento anni d'amore")

Del resto il ragù è una preparazione importantissima per Eduardo, con precisi tempi di preparazione e cottura ma anche densa di significati e simbolismi sociali e culturali.

Ma il pasto all'interno dei lavori di Eduardo non è solo l'occasione di ritrovo della famiglia o di incontro/scontro dei membri che vi fanno parte; la scena che lo ritrae può anche essere, paradossalmente, simbolo del fallimento di un rito dovuto alla mancata corrispondenza tra le aspettative dei convitati e la sua realizzazione o conclusione. Due esempi che possono essere menzionati a tal proposito sono "Napoli milionaria!" e "Natale in casa Cupiello". La prima è una commedia del 1945 in cui la scena del banchetto ha un'importanza centrale; la seconda invece è un'opera teatrale tragicomica scritta dal nostro protagonista nel 1931, di grande importanza non solo per la forte presenza del cibo ma, soprattutto, del pasto conviviale e dei suoi riti.


(Scena dal film "Cinque poveri in automobile")

Anche il caffè riveste un ruolo importante per Eduardo De Filippo, infatti sempre in "Natale in casa Cupiello" il protagonista rimprovera la moglie proprio perché non sa preparare questa bevanda importantissima per la cultura italiana e, soprattutto, partenopea. La sua preparazione infatti è costituita da precise fasi da eseguire con precisione.

In "Questi fantasmi!", commedia in tre atti scritta dal nostro protagonista nel 1945 è presente una vera e propria cerimonia del caffè.

Certo è che la memoria del proprio passato, soprattutto legato alla cucina, è sempre presente nella vita di Eduardo e nelle sue opere. In esse si fondono anche, quasi inevitabilmente, le conseguenze alimentari e sociali, terribili, della guerra. Fame, miseria e senso di rivalsa condividono spesso la scena con la straordinaria complessità della cucina napoletana fatta di storia, riti e tradizioni ma anche gusto, a tutto tondo: nel preparare, cuocere e condividere attorno a un tavolo. 

Il cibo e la straordinaria complessità dei suoi significati e simbolismi trovano in Eduardo De Filippo anzitutto un poeta sensibile e attento ma anche, oserei dire, quasi un documentarista del profondo legame tra uomo e alimentazione, restituendoci così delle pellicole che sono anche capolavori per la cultura gastronomica italiana e partenopea.

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