Agricoltura e fede: storia delle Rogazioni.
Ho avuto modo attraverso altri approfondimenti di analizzare da punti di vista differenti il rapporto tra religione e pratiche agricole. A volte mi viene posta la domanda: cosa c'entra col cibo? Credo fermamente che per comprendere bene il significato di ciò che mangiamo, la sua storia e l'importanza per il nostro futuro, sia fondamentale anche analizzare tematiche e settori ad esso connessi; l'agricoltura è indubbiamente uno di questi. Essa non è solo l'insieme delle pratiche attraverso cui l'uomo ha potuto soddisfare i propri bisogni; a fianco alle esigenze materiali, infatti, si sono costruite strutture culturali assai complesse che hanno coinvolto fede, superstizione e quindi paure e speranze.
Anche nel Cristianesimo (soprattutto di matrice cattolica) nel corso del tempo sono nati riti e preghiere per garantire una buona riuscita del raccolto, scongiurare i danni del cattivo tempo e proteggere le campagne dalle insidie dei nemici, siano essi materiali o spirituali.
Le Rogazioni rientrano proprio in questo insieme assai complesso; sono sostanzialmente preghiere, processioni e atti penitenziali fatti in particolari momenti dell'anno e con una particolare frequenza.
(Jules Breton, La benedizione dei campi di grano nell'Artois, 1857, Arras, Museée des Beaux Arts, Francia) |
Non sono riti così lontani da noi, infatti fino agli anni Sessanta/Settanta erano indette ufficialmente dalla Chiesa e ancora molto sentite; oggi, dopo un periodo di oblio, vengono sempre più riscoperte e praticate come pezzi culturali e religiosi importanti per i territori. Anticamente, prima della riforma liturgica, erano collocate nella Quinquagesima pasquale , celebrata ora nella forma straordinaria del rito romano e da sempre collocata cinquanta giorni prima della Pasqua, appartenente al tempo della Settuagesima o Tempo di Carnevale.
La loro origine, in realtà, è antichissima e risale ai riti processionali che si compivano nella religione politeista romana per propiziare il raccolto.
Inizialmente si diffusero al Nord per poi svilupparsi a partire dal secolo VIII circa alle altre località divenendo tra le cerimonie liturgiche più importanti e sentite dal popolo. La funzione, come ho accennato, era quella di garantire la protezione dei campi attraverso penitenza, digiuno e preghiere praticate da tutta la comunità e articolate nel corso di più giornate (generalmente tre) che col tempo vennero in alcune zone ridotte ad una.
La loro organizzazione in passato era complessa e assumeva caratteristiche specifiche in funzione dei vari territori e delle credenze popolari ad essi associate. Si suddividono comunque in due forme: Rogazioni Maggiori, nella giornata del 25 aprile; Rogazioni Minori , celebrate nei tre giorni che anticipano l'Ascensione nel rito romano (otto in quello ambrosiano). Le prime hanno un'origine molto antica e derivano dalle pratiche romane chiamate Ambarvalia , processioni e riti compiuti con lo scopo di assicurarsi un buon esito dell'annata (come ho precedentemente esposto). Le seconde nacquero come complemento alla liturgia pasquale, ebbero inizio nel V secolo circa a Lione come risposta di fede ad una serie di calamità naturali che colpirono la zona, spingendo il vescovo ad invitare i fedeli alla preghiera per la liberazione dai mali.
Attorno a questi veri e propri riti nacquero credenze e pratiche secondarie come l'elaborazione di preparazioni costituite da differenti materiali come fiori, tessuti, strutture lignee, che avevano lo scopo di abbellire il percorso attraverso cui la processione si snodava. Significativa è anche la nascita e diffusione di specialità gastronomiche ad esse connesse o anche piccoli doni da distribuire ai bisognosi. Ad Asiago, per esempio, durante la Grande Rogazione che precede l'Ascensione vi è lo scambio di uova colorate fra gli innamorati; altro elemento interessante è la preparazione di pane o altri cibi per i poveri.
In molte località le specialità gastronomiche vengono consumate dalla comunità come ristoro dalle fatiche e interruzione del digiuno penitenziale.
A questa pratica si sono innestate poi numerosissime altre tradizioni di matrice popolare, diverse da un territorio all'altro: preghiere, suppliche, giaculatorie, canti. Questi ultimi poi divennero nel tempo una vera e propria categoria, i "canti delle rogazioni" infatti costituirono la più viva e sentita forma di devozione popolare praticata prima, durante e dopo i riti.
Liturgie che intessono un legame profondo con la storia agricola e quindi alimentare non solo italiana ma anche di altri paesi. Le Rogazioni sono quindi elaborazioni culturali e sociali non solo complesse ma anche estremamente affascinanti perché parlano del passato e delle sue caratteristiche ma anche (e soprattutto) perché sono parte di noi; conoscerle e valorizzarle è un nostro dovere nei confronti di chi ci ha preceduto ma, al tempo stesso, di chi verrà dopo di noi.
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