Storia e curiosità attorno alla maggiorana, fresco profumo dell'orto.

 

Le piante aromatiche sono tesori preziosi non solo della cucina ma, in generale, della vita dell'uomo. Oltre ad avere infatti profumi inebrianti e aromi che contribuiscono a rendere gustose le pietanze, per secoli sono state delle alleate preziose per l'uomo, la sua salute e, in generale, la vita quotidiana.

La maggiorana fa certamente parte di quest'ampia categoria, erba aromatica comune che appartiene ai profumi del Mediterraneo. Nota fin dai tempi antichi era utilizzata sia in cucina che in altri ambiti della vita, oltre a essere portatrice di numerose simbologie, tra cui la felicità.

E' nativa dell'Africa nord-orientale e dell'Asia centrale. Il suo nome scientifico "Origanum majorana" è accompagnato da altri come "Amaracus majorana", "Majorana hortensis" o "Origanum amaracus".





Gli ultimi nomi citati si sono originati da una leggenda molto antica connessa alla mitologia greca: Amaraco, credenziere del re di Cipro, aveva come compito quello di custodire e curare i profumi. Un giorno ruppe un contenitore pieno dell'essenza della nostra protagonista, fatto che gli provocò un dolore così grande da provocagli la morte. Gli dei commossi lo trasformarono nella pianta a cui diede poi il nome.

Ne parlò anche Bartolomeo Sacchi detto "il Plàtina", umanista e gastronomo italiano del Quattrocento, il quale all'interno di una sua opera ne testimoniò non solo le modalità di coltivazione e utilizzo ma anche la sua presenza in epoche e autori precedenti.

Nella mitologia greca fu proprio la dea Afrodite a coltivare e sceglierne il profumo. Per questo motivo le giovani donne ne mettevano un rametto sotto il cuscino per poter vedere nel sonno il loro amato.

Collegate a queste credenze in alcune località europee ancora oggi, per tradizione, i rametti di maggiorana vengono inseriti nel corredo delle future spose.

La tradizione popolare dei secoli scorsi attribuiva alla nostra protagonista proprietà magiche e terapeutiche. Si credeva che potesse impedire al latte di inacidirsi e, nei riti religiosi, era bruciata insieme ad altre sostanze aromatiche.

Le foglie erano inoltre utilizzate per preparare decotti rilassanti e unguenti lenitivi. Inoltre le credenze di matrice contadina, come probabile retaggio antico, attribuivano alla maggiorana il potere di attirare amore e felicità nelle case in cui cresceva o veniva coltivata.

Anche gli usi come pianta curativa sono molto antichi: i Romani infatti la utilizzavano come rimedio per le infiammazioni e i problemi agli occhi mentre in Grecia era impiegata contro i morsi di serpente e i dolori muscolari.

Oggi è una pianta utilizzata sia come decorazione che per arricchire di gusto i piatti (principalmente quelli estivi), nelle cucine professionali e in quelle casalinghe. Una fonte di gusto e benessere insomma che dal passato arriva fino a noi e profuma di sole e bella stagione!

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