Finocchio: gusto, profumo e croccantezza dell'inverno.

 

Il finocchio è un ortaggio gustoso al palato, profumatissimo e piacevolmente croccante. E' molto diffuso in area mediterranea ed è particolarmente apprezzato dai consumatori.

Ne esistono due varietà di "Foeniculum vulgare": una selvatica che cresce nella zona del mediterraneo; l'altra, presente negli orti, ha iniziato a essere coltivata attorno al Cinquecento e il prodotto da essa ottenuto è spesso definito "dolce".

L'intreccio però del nostro protagonista con la storia umana è assai più antico e se ne trova traccia nelle civiltà del Mediterraneo. Non è un caso infatti se è il protagonista di numerosi miti e leggende che si sono alternati e mescolati nel corso dei secoli. A tal proposito, la più conosciuta narra che il dono di Prometeo agli uomini, il fuoco, venne nascosto agli occhi degli dei inserendolo all'interno del finocchio.

Già le fonti assiro-babilonesi menzionano il nostro protagonista. Gli Egizi invece lo utilizzavano in alcuni riti religiosi e ritenevano fosse un alleato della salute e della forza fisica.

Presso i Romani invece faceva parte della dieta dei gladiatori perché pensavano donasse loro la forza.




Molto curiosi sono anche gli intrecci storici del nome. Il finocchio infatti è legato alla battaglia di Maratona. Il nostro protagonista infatti si traduce in greco con la parola "maratho"; il nome "maratona" indicava quindi una pianura ricca di finocchi. Forse proprio a questo particolare legame si deve l'origine e diffusione della credenza che il finocchio sia il simbolo della virilità guerriera.

Va però precisato che nell'antichità non era considerato un vero e proprio alimento ma un condimento molto profumato o un'erba medicinale. Plinio, scrittore, naturalista e filosofo naturalista romano, all'interno dei suoi scritti ne esaltò le virtù afrodisiache. Il suo fiore infatti, secondo la mitologia, era sacro ad Adone, figlio e amante di Venere.

Un'altra curiosa associazione fu quella della sregolatezza sessuale. Questo legame si generò probabilmente dal fatto che durante i culti dionisiaci i sacerdoti usavano decorarsi il capo con dei finocchi. Quello appena citato non è certo un caso isolato: anche nei culti riservati alle dee dalla valenza materna e/o della fertilità in ambito mediterraneo era un elemento di decorazione del corpo/capo. Note a tal proposito sono le processioni in cui i sacerdoti uomini si travestivano da donne danzando e lodando tali forme divine. Molti studiosi ritengono che proprio ciò diede origine nel corso del tempo all'abitudine (da condannare!) di taluni di definire gli omosessuali "finocchi".

Nei secoli successivi, soprattutto durante il medioevo, il finocchio mantenne sia la sua aurea di afrodisiaco accessibile anche alle classi meno abbienti che, soprattutto, farmaco naturale in grado di curare numerose patologie del corpo. Non è un caso infatti se Carlo Magno, attraverso le sue leggi, lo fece inserire negli ortaggi che era obbligatorio coltivare.

Tutto ciò non erano semplici credenze popolari, infatti anche la famosa "Scuola Medica Salernitana" , prima e più importante istituzione medica del Medioevo europeo, ne esaltava le proprietà curative, in particolar modo il potere afrodisiaco, insegnando quindi a preparare delle bevande per risvegliare i sensi negli anziani.

In passato era utilizzato sovente anche per aromatizzare i vini o per una pratica disonesta legata a questi ultimi. Spesso infatti i venditori avevano l'abitudine di dare un pezzetto di finocchio ai possibili acquirenti dei propri prodotti per far si che il gusto forte dell'ortaggio potesse coprire vini di bassa qualità o, addirittura, con difetti gustativi. Proprio da questa pratica è derivato il modo di dire ancora diffuso oggi di "lasciarsi infinocchiare".

Oggi la sua produzione in ambito italiano è concentrata prevalentemente al Centro-Sud.

E' un prodotto molto apprezzato per le sue virtù benefiche ed è consumato sia crudo che cotto. Nel secondo caso le varie cucine casalinghe hanno elaborato numerose ricette che lo rendono davvero gustoso: gratinato, arrostito, in umido (solo per citarne alcune), anche se uno dei modi migliori per apprezzarne il gusto e le caratteristiche è quello di consumarlo crudo.

Gusti, storie, tradizioni e curiosità di un ortaggio che può sembrare comune e anonimo ma che ha, invece, molto da raccontare. Concentrato di curiose tradizioni che ogni giorno portiamo, più o meno inconsapevolmente, sulle nostre tavole.

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