Basilico: profumo e cultura attorno a un'erba straordinaria.

 

Il basilico è ormai una pianta conosciutissima e molto apprezzata in tanti Paesi. Immagine della dieta mediterranea non manca mai nei piatti estivi, anche i più semplici. E' una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Laminaceae. Il suo nome ha una profonda storia e significato; il termine "basilicum" infatti deriva dal greco, che vuol dire "pianta regale / pianta da re" perché, per il suo profumo, era considerato tra le piante più importanti dell'antichità.

Le sue zone d'origine sono l'India e, in generale, l'Asia tropicale, luoghi in cui era coltivato per vari motivi: il suo profumo, utilizzi ornamentali e per usi di carattere esoterico.

Venne introdotto in area mediterranea dai Romani e la sua diffusione fu tale da essere associato oggi all'immagine di quest'area. Non solo però una semplice pianta aromatica od ornamentale, ma un denso insieme di significati e simboli, caro a molte civiltà antiche. Per i Romani, ad esempio, era sacro a Venere e la sua raccolta doveva rispettare precisi rituali. Queste credenze positive erano associate però ad altre di natura negativa, alcuni infatti lo consideravano un simbolo del diavolo e portatore di sfortuna e odio. Venne sovente associato anche alla figura del basilisco, animale mitologico la cui figura dominò per lungo tempo l'immaginazione umana. Un essere temutissimo, in grado di uccidere l'uomo con il semplice sguardo.

In antica Grecia inoltre era considerato addirittura nemico di alcune persone come donne e schiavi.




Era tuttavia impiegato anche nella fabbricazione di medicine e unguenti, le credenze popolari antiche gli attribuivano infatti numerose virtù che permasero, seppur con qualche modificazione, anche con l'avvento del Cristianesimo.

Una pianta aromatica presente insomma anche nella cultura umana e nelle sue molteplici manifestazioni, non solo quindi erbari e credenze popolari ma, addirittura, è menzionata all'interno del Decameron di Boccaccio.

Anche per gli antichi Egizi il basilico era una pianta di enorme importanza, era infatti strettamente legato alla morte e all'aldilà. Proprio per queste connessioni simboliche veniva utilizzato durante il lungo e importantissimo processo di imbalsamazione.

La sua introduzione in cucina, tuttavia, pare sia relativamente recente; i primi testi di carattere culinario iniziano a parlarne attorno al XVIII secolo, forse anche per la forte attenzione per le erbe aromatiche nata e sviluppata già qualche secolo prima anche grazie al declino delle spezie.

Questa diffusione abbastanza uniforme del basilico nel sistema alimentare e culinario di molti Paesi non impedì certo il permanere ancora nell' Ottocento a livello popolare di credenze di carattere negativo legate alle antiche superstizioni di matrice popolare.

Una pianta avvolta da storia e tradizioni insomma, anche nel nome, la cui origine è incerta. Di certo nel IV secolo Galeno fu il primo a usare il termine "basilikon", che oggi è utilizzato per indicare il nostro protagonista, per riferirsi a una preparazione oggi poco conosciuta. La cosa curiosa però è che il basilico in questo preparato non era presente. Solo in seguito quindi questa parola fu associata al nostro protagonista.

Oggi il basilico è considerato, a torto, una pianta scontata e semplice (seppur molto amato). Proprio per questo motivo molti non conoscono la grande storia e cultura che si celano sotto le sue foglie profumatissime rendendolo ancor più gustoso e interessante, vero concentrato di profumo, cultura e gusto.

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