Amalia Moretti Foggia ovvero Petronilla.

 

Amalia Moretti Foggia (Mantova, 11 maggio 1872 - Milano, 11 luglio 1947), conosciuta con il nome di "Petronilla", fu medico e giornalista del secolo scorso, conosciuta soprattutto per aver scritto molto di cibo sulla "Domenica del Corriere".

E' sicuramente una figura importante della storia gastronomica e culinaria ma, in particolar modo, della loro narrazione. Un rapporto col cibo che si sviluppa fin da piccola, per poi crescere e svilupparsi in età adulta. In tenera età infatti, a causa di una malattia, perse l'appetito; solo il padre farmacista attraverso la preparazione di un decotto riuscì a guarirla.

Numerosissime sono le sue pubblicazioni di libri che raccolsero le innumerevoli ricette, dei veri e propri documenti di cultura del cibo, tradizioni e storia.

Una donna sicuramente inusuale, estremamente colta e in anticipo rispetto alla propria epoca; figura particolare insomma che per poter scrivere di medicina e cucina nelle numerose rubriche dovette utilizzare pseudonimi per celare la propria identità e il genere a cui apparteneva. Delle prime va ricordata "tra i fornelli", seguitissima, in cui non solo forniva ricette ma anche consigli su preparazioni, lavori in casa e soluzioni ai problemi di ogni giorno. Altro campo molto importante in cui era prodiga fu l'economia domestica: tutto ciò che poteva aiutare il lavoro della donna in casa.




C'è da precisare tuttavia che già alla fine dell'Ottocento e fino ad almeno gli anni Cinquanta del secolo successivo (in alcuni casi anche di più) i libri contenenti ricette in realtà erano delle vere e proprie guide che avevano lo scopo di fornire indicazioni e consigli utili alle massaie per la cura della casa: dalla scelta delle materie prime fino alle tecniche migliori per trasformarle o cuocerle e tutti i trucchi per risolvere i problemi quotidiani, sotto ogni aspetto.

Petronilla però coniugava tutto ciò a un modo di scrivere semplice e chiaro, una narrazione competente e, al tempo stesso, familiare. Lei, donna estremamente colta e sensibile appartenente alla borghesia italiana, si rivolgeva alle casalinghe in modo cordiale riuscendo a conquistarne il cuore. La prova? le numerosissime lettere che riceveva in cui le chiedevano consigli, ricette, trucchi per i problemi quotidiani, sia materiali che sentimentali. 

Ciò non basta tuttavia per descrivere il modo di approcciarsi al cibo della nostra protagonista. Va infatti ricordato le numerosissime difficoltà a cui andavano incontro le famiglie italiane durante il lungo periodo in cui lei scriveva: la guerra infatti ebbe esiti disastrosi anche in campo alimentare. Numerosi i fattori che determinarono ciò: molte materie prime non potevano essere reperibili a causa dell'impossibilità degli approvvigionamenti, la politica autarchica determinava l'utilizzo di determinate derrate a discapito di altre, la povertà crescente rendeva quasi impossibile la spesa per molti. Queste sono solo le più conosciute tra le cause che resero negli anni difficile il panorama alimentare e sociale italiano. 

Le ricette di Petronilla erano quindi (come, del resto, anche i ricettari di scrittrici di altri Paesi) semplici e avevano come scopo insegnare la sostituzione delle materie prime e come avere il massimo profitto dalla trasformazione di ogni singolo ingrediente presente nella dispensa. Altrettanto conosciuti sono i cosiddetti "piatti senza", ovvero proposte gastronomiche note i cui ingredienti però erano sostituiti da surrogati o, nella maggior parte dei casi, ne erano privati.

Il profondo rispetto per i propri lettori, il modo colloquiale di scrivere e proporre le ricette di Petronilla, i consigli medici del dottor Amal (altro suo pseudonimo), i mille rimedi casalinghi per ogni problematica quotidiana ma, soprattutto, la profonda empatia fanno di Amalia Moretti Foggia una donna estremamente colta e sensibile, punto importante della scrittura del cibo italiano e, oggi, documento formidabile della sua epoca, dei gusti e delle problematiche sociali dell'Italia di inizio Novecento. 

Una personalità insomma da riscoprire e studiare per coglierne meglio il prezioso e particolarissimo insegnamento che ancora oggi può trasmetterci.

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