Storia e cultura attorno all'orzo.


L'orzo è indubbiamente tra i primi cereali a essere stati coltivati nella Mezzaluna fertile ed ebbe per molto tempo un ruolo importantissimo nell'economia e nei consumi in Medio Oriente. Ciò è dovuto principalmente alla sua capacità di crescere bene in condizioni che non sono ottimali per la coltivazione del grano. Raggiunse la Spagna fra il 5000 e il 4000 a. C. per poi andare verso il Nord Europa, fino a raggiungere la Gran Bretagna; si diffuse anche in diverse aree dell'Africa e in Oriente. 

Una presenza insomma molto articolata e ancora largamente diffusa oggi per le mille implicazioni legate al suo impiego in ambito alimentare.




Una materia prima insomma tenace nella sua coltivazione e versatile nell'utilizzo in ambito alimentare, anche in passato. Era infatti utilizzato per preparare farinate, focacce e la birra, come testimoniano le immagini legate al processo produttivo di quest'ultima presenti in numerosi reperti dell'antico Egitto.

Anche altre civiltà, tuttavia, furono delle grandi utilizzatrici di questo prodotto; gli antichi Romani ne sono un esempio. I gladiatori infatti erano chiamati "uomini di orzo" perché il loro regime alimentare era ricco di carboidrati, in particolare orzo abbinato a fagioli. Non era tuttavia solo un prodotto alimentare ma un elemento importante anche all'interno del sistema culturale e religioso, infatti era inserito in pratiche legate alla fertilità dei campi e alla propiziazione dei raccolti. Sempre presso i Romani, per esempio, era utilizzato per produrre una bevanda sacra a Cerere, dea delle messi.

Altro impiego importante fin dall'antichità che non va assolutamente dimenticato è la produzione del pane, alimento per eccellenza simbolo dell'uomo e della sua cultura ma anche della capacità di distinguersi dagli altri esseri viventi. 

Diffusissime in antichità erano naturalmente anche le pappe, preparazioni per le quali venivano utilizzati cereali e altri ingredienti e che sono importanti ancora oggi perché furono le antenate delle polente, tuttora esistenti.

Ancora oggi il nostro protagonista è utilizzato per veri scopi: produrre mangimi animali, ricavarne farina, ingrediente per insalate o preparazioni simili a risotti (orzotto), inoltre il suo infuso è utilizzato in molti Paesi orientali e, non meno importante, è impiegato per la produzione di whisky.




La farina, nello specifico, oggi gode di numerose attenzioni perché considerata una valida alternativa al frumento per la realizzazione di prodotti da forno; è doveroso tuttavia precisare che non va utilizzata da sola a causa della sua bassa solubilità in acqua. 
Altro prodotto che è bene spiegare è il malto d'orzo che, in generale, è il risultato della germinazione, procedimento attraverso cui il nostro protagonista viene pulito, idratato, fatto germinare e sottoposto a essiccazione. Oltre a birra e whisky, di cui si è già parlato in precedenza, è impiegato per produrre l'estratto di malto, uno sciroppo impiegato nel processo produttivo di altri alimenti: prodotti da forno (focacce, grissini, pane, fette biscottate) ma anche bevande alcoliche e analcoliche.

L'ultimo utilizzo che desidero menzionare è l'unione tra storia, usi alimentari ed evoluzione dei consumi: il caffé d'orzo. Un nome che deriva dalla tradizione popolare e utilizzato in passato come sostituto del caffè normale perché molto costoso e, in alcuni momenti storici, anche difficile da reperire. Diffuso in particolare il secolo scorso a causa delle conseguenze belliche autarchiche legate al regime fascista. L'immagine legata alla povertà che fu associata per decenni a questa bevanda e, soprattutto, al fatto che fu un surrogato alimentare, è stata soppiantata negli ultimi anni dall'interesse dei consumatori per questa bevanda che, essendo priva di caffeina, può essere consumata anche da persone che hanno problemi ad assumere il caffè normale.

L'orzo è quindi un prodotto della natura ma anche della capacità dell'uomo di utilizzare le risorse dell'ambiente, un elemento importante per la sua evoluzione e la storia, ma anche un alleato dell'alimentazione odierna e, al tempo stesso, per il desiderio di riscoperta di un passato che, anche se spesso non ce ne accorgiamo, vive ancora nel presente.


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