Il piatto unico: strategia commerciale o prodotto sociale?


Il titolo che ho voluto per questo articolo non è provocatorio, ma identifica aspetti storici e sociali relativi a una determinata forma di pasto: il piatto unico. Oggi infatti viene percepito come una forma di alimentazione utile e un buon compromesso tra le esigenze lavorative attuali, la riduzione del tempo a disposizione per il consumo degli alimenti e, al tempo stesso, l'esigenza di nutrirsi. Si è determinata quindi, soprattutto negli ultimi anni, la diffusione di cibi, proposte e abbinamenti di piatti veloci che consentono di sfamarsi in breve tempo. Ma in passato? Si può parlare del nostro protagonista nella storia? In realtà non vi è un'espressione univoca di questa forma di alimentazione ma più forme generatesi nel corso del tempo.
Nelle prime comunità umane le elaborazioni alimentari, conseguenza delle pratiche di caccia e raccolta, erano presumibilmente costituite da una forma di cibo, costituita dai vegetali raccolti o dalla carne cacciata e consumata così com'era, solo col tempo iniziò anche a esser cotta. La preparazione inoltre di più piatti in un pasto, ovvero più portate, è presumibilmente associabile a un momento successivo.


(Vincenzo Campi, Mangiatore di fagioli con
famiglia, 1580, collezione privata)


Ma il nostro protagonista si incardina in un altro sistema sociale, ovvero quello del cibo e della cura del prossimo.  Nel corso del tempo infatti ospedali, ospizi e lazzareti avevano anche come esigenza quella di rifocillare le persone che erano in essi ricoverate, ciò veniva espletato generalmente offrendo loro una zuppa o minestra sostanziosa che aveva anche lo scopo di ristorarli, tanto che il termine "minestra" sembrerebbe essere molto antico, poiché deriva dal latino "minestrare" che oltre a voler dire "portare in tavola" significherebbe anche "somministrare".
Ma il piatto unico è strettamente connesso anche alla povertà, nel corso della storia infatti era diffuso presso i ceti bassi perché connesso alle esigenze economiche di persone che avevano ben poco da portare in tavola per il proprio sostentamento e quello del nucleo familiare. L'atto del mangiare si riduceva sostanzialmente al consumo di un piatto che contenesse quelle materie prime che si erano trovate o che l'orto poteva offrire; una delle strategie dell'uomo per combattere la fame che da sempre lo ha attanagliato. In realtà questo aspetto ha coinvolto nel tempo ceti sociali e tipologie di persone diverse, gli esempi che si possono fare a tal proposito sono molti: i maccaronari presenti a Napoli che, come si legge dagli scritti dei Grand Tour degli intellettuali europei della fine del Settecento e dell'Ottocento, distribuivano nelle strade maccheroni caldi conditi con burro e cacio, una delle poche forme di sostentamento del popolo partenopeo (perché accessibile a tutti a causa dei costi bassi). Ma il piatto unico è anche la minestra di cavoli che don Vilbois consuma assieme a un misterioso vagabondo nella novella "L'Oliveto" di Guy De Maupassant, un pasto semplice insomma, da prete di campagna che si accontenta dei prodotti della terra. In "Don Chisciotte" di Cervantes poi, gli esempi di piatti unici sono molteplici in varie occasioni durante le sue peregrinazioni col fedele scudiero. In tempi recenti poi come non citare l'emblematica scena del consumo dell'intera famiglia della polenta, vero e unico cibo del secolo scorso, presente nel film "L'albero degli zoccoli" di Ermanno Olmi del 1978.
Questo aspetto unito ad altri (territorio, le sue caratteristiche e i suoi prodotti) hanno determinato in Italia (anche se in realtà vi sono esempi anche in altri paesi) l'elaborazione di proposte che sono piatti unici, di matrice contadina come: pasta e fagioli, risi e bisi, polenta e baccalà, cassoeula, solo per citarne alcuni.
Altre forme di piatto unico sono state generate nel corso della storia da situazioni o contingenze, anche estremamente dure, come il rancio dei soldati o il cibo nelle prigioni.
Infine vorrei concludere con un tipo di piatto unico del tutto particolare che nel corso della storia e, in culture e tradizioni diverse, veniva preparato per il consumo rituale in occasioni di festività o riti religiosi e consumato dalla comunità.
Tradizioni, riti, usanze e utilizzi che incardinano i piatti unici in sistemi culturali, sociali e storici estremamente complessi che ci ricordano come i nostri protagonisti sono molto di più di quello che oggi potremmo pensare!

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