Cicerchia, un legume da riscoprire!
La cicerchia è un legume che, nel corso della storia è stato particolarmente tormentato e, tra alti e bassi, nel tempo ha sfamato molti uomini e donne poveri.
E' tra i legumi più antichi, fortemente connesso alle classi contadine. E' stata una fonte di alimentazione e sostentamento importante, soprattutto durante le penurie alimentari.
Per molto tempo fu quasi dimenticata perché collegata alla malattia nota come "latirismo", una sindrome neurotossica caratterizzata da disturbi nervosi comportamentali, convulsioni e disturbi agli arti inferiori dovuti a un abuso di questo legume per lungo tempo. Solo nell'Ottocento si scoprì che con un giusto tempo d'ammollo, circa 12 ore, e la bollitura si sarebbero eliminati gli effetti nocivi di un composto in essa contenuto, e associando il suo consumo a una dieta varia ed equilibrata.
L'arte ha documentato nel corso del tempo questa malattia e l'impatto che ha avuto su molte persone; l'immagine che ho posto qui sotto ne è un esempio significativo.
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| (Francisco Goya, Gracias a la almorta, 1863) |
Ne erano affetti, com'è facile intuire, i contadini e gli appartenenti alle classi più basse, chi cioè non aveva i mezzi per acquistare altri prodotti alimentari e avere una dieta variegata. Fu particolarmente presente in alcune località e/o in alcuni Paesi come la Spagna in cui la cicerchia ancora oggi è utilizzata per numerose preparazioni, anche sottoforma di farina.
Le prime tracce della nostra protagonista risalgono all'8000 a. C. in Mesopotamia e al 6000 a. C. e nei Paesi della Penisola Balcanica.
Era molto presente nell'antico Egitto e in altre civiltà antiche.
La pratica di macinarla per ottenerne farina era molto diffusa e rientrava in quel grande insieme che io chiamo "di sostituzione alimentare" cioè materie prime considerate umili che ne sostituivano altre che invece non erano disponibili principalmente per il prezzo o anche, in alcuni casi, per motivi geografici o per la presenza di epidemie o altri fattori (altri casi simili sono la farina di ghiande, di castagne oppure il caffè di cicoria, solo per citarne alcuni).
Un legame che rischiò veramente di essere dimenticato a causa delle problematiche legate al suo consumo non attento o, ancor più, al fatto che nel tempo venne sostituita da altre colture. Ancora oggi sono diverse le varietà italiane che rischiano di essere perdute perché devono essere riscoperte e, soprattutto, recuperate.
La cicerchia è caratterizzata da una presenza molto bassa di grassi e un elevato contenuto proteico e di fibre. Sono presenti anche calcio, fosforo e vitamine, soprattutto del gruppo B.
Una produzione molto conosciuta in Italia è la "Cicerchia di Serra de' Conti", un Presidio Slow Food delle Marche. A metà del XX secolo erano pochissimi i contadini che la coltivavano. Un tempo si seminava in primavera tra i filari di granoturco insieme ad altre colture e poi si raccoglieva ad agosto. Questa è una varietà più piccola e particolarissima, molto versatile in cucina.
La "Cicerchia di Anacapri" è un'altra tipicità segnalata da Slow Food in Campania, un legume più piccolo, schiacciato e spigoloso rispetto a quelli maggiormente presenti sul mercato. Sono ormai pochissimi gli agricoltori che la coltivano.
Oggi la cicerchia è in fase di riscoperta, sia in campo agricolo che culinario. E' tuttavia ancora lunga la strada da fare perché alcune varietà sono a rischio di estinzione, con loro si perderebbe purtroppo non solo una fetta della biodiversità del nostro Paese ma anche una porzione importante di tradizioni agricole e culinarie che vi ruotano attorno e che hanno accompagnato pezzi di territorio italiano e i ricordi di generazioni che l'hanno abitato, coltivato e, soprattutto, curato.
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