Mario Monicelli e il cibo.

 

Mario Monicelli (Roma, 16 maggio 1915 - Roma, 29 novembre 2010) fu un regista, sceneggiatore e scrittore italiano.

Il cibo e il mondo dell'alimentazione hanno sempre costellato i suoi film, nelle diverse loro declinazioni. Un modo per indagare la società e, al tempo stesso, raccontarne le sfumature.

La convivialità è certamente uno dei temi più affrontati dal noto regista, due sono gli esempi significativi che desidero proporre: il primo è "Speriamo che sia femmina", film del 1986, vincitore di 7 David di Donatello e 3 Nastri d'argento. In questo caso la fanno da padrone i momenti conviviali attorno alla tavola.

L'altra pellicola "Parenti serpenti" film del 1992, la tavola, nello specifico quella delle Feste, costituisce il palcoscenico della trama, contenitore in cui si manifestano tutti i malesseri e i risentimenti della famiglia, le cose non dette, la falsità e l'ipocrisia. L'opposto insomma del concetto stesso della mensa come sinonimo di convivialità. Essa infatti diviene lo specchio per certi versi della natura umana, delle sue ipocrisie e della mancanza stessa, sostanzialmente, del sentimento conviviale, perfino all'interno della famiglia





In questo caso il ruolo del cibo e del mangiare insieme vengono meno, tanto che non possiamo identificare le pietanze che vengono servite durante i festeggiamenti. Del resto quella famiglia, distinta per il suo spietato egoismo, si pone all'opposto della convivialità che contraddistingue generalmente il mondo dell'alimentazione.

Anche nelle pellicole "Amici miei" (1975) e "Il Marchese del Grillo" (1981) il desco diventa in qualche modo lo strumento fondamentale per analizzare le persone e/o definirne la personalità.

Emblematica è la pasta e ceci mangiata da Capannelle, pseudonimo di Carlo Pisacane nel film "I soliti ignoti". Una pellicola che il regista ha tratto ispirazione dalla novella di Italo Calvino "Furto in pasticceria". In questo caso il piatto consumato diviene la consolazione alle sventure subite e alla propria condizione.

Attraverso l'atto del mangiare il cibo, di prepararlo o condividerlo il regista indaga il vivere quotidiano e il sentimento umano nelle sue molteplici e profonde declinazioni.

Le tematiche sociali sono quelle che ricorrono nei suoi film ma anche aspetti che legano da sempre l'uomo all'alimentazione: la fame atavica e il cibo come espressione di status sociale.

Mario Monicelli aveva un rapporto particolare con la tavola, quasi inflessibile. Ciò deriva dal fatto che fu sempre duro con sé stesso, imponendosi un rigore quasi militare, cercava di mangiare sano e non sgarrare.

Un grande regista che ha saputo conciliare le profonde tematiche del mondo alimentare con l'uomo e, anzi, le ha utilizzate per descriverlo ed indagarne i comportamenti e gli aspetti nascosti.

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