Cibo e potere: storia e curiosità di un rapporto millenario.
Il potere nel corso del tempo è stato esercitato in differenti modi, ognuno di essi non è andato a sostituire i precedenti ma, anzi, è bene affermare che questa prerogativa di potenti e ceti elevati è stata esercitata nei secoli attraverso i vari ambiti che costituiscono il vivere quotidiano, cibo compreso. Anche quindi attraverso i differenti mondi del campo alimentare l'uomo ha esercitato il proprio dominio sull'altro.
Come ho infatti già avuto modo di esporre in altri approfondimenti, i gusti e l'accesso a determinati cibi o prodotti erano forme potenti per affermare non solo le proprie possibilità economiche, ma anche e soprattutto legittimare il potere. La cottura arrosto è un esempio significativo di quanto affermato, in essa infatti confluirono nei primi secoli del Medioevo gli ideali cari ai nobili guerrieri e connessi alla manifestazione della loro forza e prestanza fisica.
Collegato a ciò è anche il consumo di carne, materia prima connessa alla forza fisica, alla guerra e bellicosità, caratteristiche che doveva possedere un nobile per poter governare e, soprattutto, trovare negli elementi materiali la legittimazione del proprio dominio sui ceti a lui sottoposti. Non è infatti un caso se spesso nelle cronache medievali, nobili malati di gotta rifiutavano cibi leggeri, ostinandosi a consumare carne arrostita.
Anche il diritto di caccia o il privilegio di cacciare determinate tipologie di animali era un modo per manifestare potenza e prestigio sociale.
(Alonso Sanchez Coello, King Philip II of Spain banqueting with his family and courtiers, 1579, Museo Nazionale di Varsavia) |
Il rapporto tra cibo e potere include certamente anche l'ambito religioso e si articola in differenti contesti. E' bene anzitutto ricordare che, nel corso del tempo, i cibi riservati a re ma anche sacerdoti erano differenti rispetto a quelli del resto del popolo. In molte culture antiche il potere connesso al cibo riguarda innegabilmente anche gli aspetti immateriali e spirituali e ha un forte legame con le realtà divine. Nelle religioni società antiche o di tipo tribale, esistevano infatti alimenti o bevande destinati esclusivamente a pochi eletti e che li mettevano in comunicazione con il mondo ultraterreno. Il potere qui evidenziato è di matrice spirituale, ma con evidenti ripercussioni anche in ambito sociale.
Anche le interdizioni alimentari, il controllo sui consumi o l'atto del cibarsi di alimenti specifici, erano forme differenti di esercizio di potere spirituale e materiale.
Ma il rapporto protagonista di questo approfondimento è declinabile anche in positivo, nel potere, cioè, che ciò di cui ci nutriamo ha su di noi. Le scelte di cambiamento di stili alimentari, ritorno alla terra d'origine e alle sue tradizioni si traducono innegabilmente anche in ambito alimentare.
A volte i grandi cambiamenti della vita passano anche dall'alimentazione e dal suo effetto su di noi.
Le influenze che cibo e bevande hanno sull'uomo possono essere certamente anche negative e pericolose, sia per la sua salute fisica che per il benessere psicologico.
Il nostro protagonista poi può essere anche inteso più come un'influenza, e si verifica soprattutto quando i gusti e le abitudini alimentari agiscono su una data popolazione imponendosi su quelli preesistenti o mescolandosi con loro.
Il potere quindi connesso al cibo, come ho voluto evidenziare con questo breve approfondimento, è un concetto estremamente interessante perché coinvolge ancora oggi più aspetti del vivere e mette in relazione materiale e immateriale, passato e presente, dimostrando ancora una volta che il mondo alimentare è straordinario e straordinariamente legato all'uomo e alle sue molteplici espressioni culturali e sociali.
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