Ada Boni e il "Talismano della felicità".
La storia della cucina è formata da molte personalità che nel tempo, attraverso il proprio lavoro e, soprattutto, la passione per il mondo del cibo, hanno contribuito ad arricchire il patrimonio prezioso della cultura alimentare. Troppo spesso, purtroppo, vengono ricordati solo uomini, dimenticando probabilmente che il contributo delle donne nell'evoluzione di questo complesso mondo è stato fondamentale, da sempre. La figura di Ada Boni è ancora oggi un esempio di quanto appena affermato, anche grazie al suo celeberrimo "Talismano della felicità".
Ada Boni (Roma, 1881 - Roma, 1973) appartenente all'alta borghesia romana, fin da giovanissima amava cucinare, una passione per il cibo che in realtà era di famiglia, era infatti noto lo zio paterno Adolfo Giaquinto, poeta, cuoco, giornalista e paroliere italiano, fondatore tra l'altro di una rivista culinaria dal nome "Il messaggero della cucina".
Il "Talismano della felicità" è un manuale di cucina il cui esordio risale agli anni Venti da parte della casa editrice Colombo; un libro che ebbe molto successo, oggetto di numerose riedizioni. Naturalmente nel corso del tempo venne modificato e ampliato per renderlo coerente con le varie epoche e al passo con i cambiamenti della tecnologia, dei gusti e delle modalità di cucinare.
Fu per decenni un testo molto utile alle casalinghe, ed è proprio a loro che si rivolge attraverso non solo un numero cospicuo di ricette ma soprattutto consigli su come preparare i vari prodotti, trasformarli e cuocerli, senza dimenticare anche la loro conservazione e gli strumenti più adatti per le varie ricette o, in generale, per cucinare. Un testo insomma di vera e propria economia domestica che contiene le informazioni fondamentali per le massaie, opera che si inserisce in realtà in un insieme vasto che è costituito da esempi appartenenti anche ad altri Paesi.
L'analisi dell'opera fornisce informazioni tuttavia anche sulla storia delle tradizioni alimentari e, in generale, della cultura di un determinato periodo storico. In senso più profondo, l'analisi delle sue differenti edizioni permette di determinare l'evoluzione dei gusti e dei modi di cucinare.
Ma l'opera di Ada Boni è curiosa anche sotto altri aspetti, alcune ricette infatti sono assai differenti da come vengono preparate e concepite oggi. Nella carbonara, per esempio, veniva inserita la cipolla, una variante che farebbe accapponare la pelle ai puristi delle tradizioni culinarie ma che è in realtà uno dei tanti esempi di come la storia dei piatti sia assai più complessa di quanto appare. Alcuni piatti di cui oggi difendiamo le origini sono, in realtà, relativamente recenti e contengono all'interno del loro percorso storico, culinario e culturale anche varianti inattese.
Il testo è inoltre anche utile nel definire le variazioni linguistiche che hanno caratterizzato l'italiano e le relative articolazioni nel tempo. Infatti molte espressioni, frasi e modi di dire sono considerevolmente mutate rispetto al passato e rileggendo le ricette possono apparire oggi curiose o, addirittura, strane.
In generale comunque fu un modello per le signore romane ma anche per tutta la borghesia, del resto la sua opera è sostanzialmente l'esaltazione dell'unione matrimoniale, della felicità coniugale e, non da ultimo, di quella che veniva considerata "buona cucina".
Appare quindi un prezioso contributo per le ricerche culturali e storiche, non solo in campo alimentare, ma anche legate alla società, ai suoi costumi e, non da ultimo, all'importanza della figura femminile nella crescita della cultura legata al cibo e alla diffusione di quelle che, ancora oggi, vengono considerate unanimemente: tradizioni culinarie. Riscoprire il "Talismano della felicità" vuol dire anche apprezzare il lavoro di Ada Boni e valorizzare una parte importante della storia delle nostre tavole e delle differenti generazioni che ci hanno preceduto.
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