Cipolla tra storia, arte e curiosità.

La cipolla è sicuramente uno degli ortaggi più legati alla storia umana, già presente non solo nell'alimentazione ma anche nella cultura e nell'arte di civiltà antiche. Gli Egizi ne sono un esempio, infatti assunse un ruolo fondamentale anche sotto l'aspetto religioso, tanto da essere rappresentata nelle pitture tombali.
Oltre a ciò fin dai tempi antichi veniva utilizzata come farmaco e soluzione per innumerevoli problemi di salute, ma anche come ricostituente.

(Vincent van Gogh, Van Gogh Museum, Amsterdam)

Non è un caso, infatti, se si narra che Alessandro Magno la somministrasse regolarmente alle sue truppe.
Bisogna anche riconoscere indubbiamente la sua grande presenza in cucina, soprattutto in quella greca, etrusca e romana, un ingrediente comune quindi perché coltivato in tutti gli orti, ma speciale, perché presente in moltissime ricette.
Emblematico per quanto si sta affrontando è l'episodio narrato nel libro dei Numeri (11, 5) in cui il popolo ebraico durante il lunghissimo periodo di cammino dalla fuga dall'Egitto, rimpianse le cipolle perché dovettero accontentarsi della sola manna.
Particolarissimo il rapporto tra la nostra protagonista ed il mondo medievale, indubbiamente presente su tutte le tavole (con gli opportuni segni di distinzione sociale), fu associata tuttavia per lungo tempo ai ceti poveri e, conseguentemente, ad un tipo di alimentazione umile.

(Giuseppe Arcimboldi, L'ortolano, 1590 circa,
Cremona, Museo Civico)

In sostanza la cipolla, nonostante venisse utilizzata in differenti modi da tutti i ceti, venne considerata a lungo un "marcatore sociale" ovvero un prodotto il cui utilizzo (e odore) erano associati a determinati ceti. Ciò non toglie naturalmente, come ho appena accennato, che venisse consumata ed apprezzata da tutti, un esempio insomma di come le regole sociali applicate al cibo ed alla tavola siano sempre state controverse. Non a caso nel Cinquecento venne anche esportata nel Nuovo Mondo dove iniziò la sua coltivazione.
Importante il suo utilizzo anche per i viandanti e pellegrini dei ceti bassi, perché era immancabile nella bisaccia, non solo come alimento povero che si conservava bene ma anche come rimedio a numerosi malanni che l'individuo poteva avere lungo il percorso.
La sua immagine e funzione sociale iniziarono a mutare a partire dal Seicento quando a causa dell'apertura di nuove rotte commerciali col Nuovo Mondo, la presenza delle spezie sui mercati aumentò considerevolmente determinando un abbassamento dei prezzi. Questo determinò uno spostamento degli interessi dei ceti elevati, non più per i cibi speziati ma nella riscoperta dei sapori naturali, nei profumi dell'orto e delle erbe aromatiche. Proprio grazie a ciò la cipolla mutò la sua immagine sociale, per poi divenire uno dei protagonisti del XVIII secolo.
Ma quali sono i simboli ad essa associati ed applicati all'arte? Nell'esegesi biblica era simbolo di corruzione della mente del dolore pungente prodotto dal peccato. Nel Mundus Symbolicus di Filippo Picinelli, prete e teologo italiano del Seicento, era simbolo di oscena femminilità e peccato ma anche dell'invidia, inoltre, per essere fatta a strati rimanda anche al concetto di falsità.
Frequente fu poi la sua presenza lungo i secoli nelle rappresentazioni non solo delle nature morte ma anche di cucine e mercato, testimonianze anche dei suoi utilizzi, degli abbinamenti e dei luoghi in cui era maggiormente diffusa e utilizzata.
Storie e curiosità quindi di un prodotto straordinario che, nella sua apparente semplicità, è divenuta nel tempo protagonista di arte e letteratura e quindi di un pezzetto di cultura umana.

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