Anthelme Brillat Savarin e "La fisiologia del gusto"


Brillat Savarin (Belley 1 aprile 1755 - Parigi 2 febbraio 1826) fu un politico e gastronomo francese, conosciuto oggi soprattutto per la sua opera "La fisiologia del gusto".
Fu un colto avvocato, giudice e intellettuale, costretto ad andare all'estero a causa della Rivoluzione Francese soggiornò per tre anni a New York; solo nel 1796 ritornò in Francia dove continuò a lavorare e a produrre opere.
Un personaggio complesso insomma, intellettuale colto e raffinato dedito a numerose pubblicazioni di differente natura. Sotto questo aspetto "La fisiologia del gusto" rappresenta un divertissement, ovvero per definizione, un'attività anche impegnativa fatta per divertimento o per svago, la cui stesura durò diversi anni. Certo è che l'opera venne pubblicata solo nel 1825, inoltre fu data da stampare in forma anonima.




Un libro ritenuto ancora oggi fondamentale nella storia della gastronomia moderna e dal quale prese avvio un nuovo modo di riflettere sul cibo, filosofico, sia per le tematiche legate al gusto che per quelle al nutrimento e corpo umano.
Nonostante le particolarità associate alla sua pubblicazione l'opera catturò l'attenzione di un vasto pubblico. Ma com'è formato il testo? Il libro è una raccolta di 30 meditazioni, un insieme di aneddoti legati naturalmente al cibo e una parte dedicata alla pratica della gastronomia. Va detto che riscontrò spesso la contrarietà della critica a causa della sua struttura molto particolare, il libro è infatti un insieme curioso di generi discorsivi e stili diversi, segue comunque un modello classico della letteratura filosofico-scientifica che ebbe già esempi importanti come Montaigne e Pascal. L'esposizione scientifica si mescola quindi a episodi di vita, enunciazione di tipicità e aspetti del cibo legati alla vita quotidiana che sono utili anche per analizzare molte caratteristiche dell'alimentazione di specifiche classi sociali.
L'autore attraverso il suo trattato è un autentico gourmand, potremmo dire antenato di quelli odierni, attraverso la realizzazione di un vero e proprio documento della gastronomia del passato, attestando cioè il passaggio dalla predilezione per dolciumi, vini liquori e molti altri alimenti, a nuovi modi di consumare il cibo, prepararlo, e nuovi utilizzi dati da scoperte geografiche, ma anche esiti culturali e sociali della Rivoluzione Francese, testimonianze cioè della nascita e sviluppo dell'interesse verso i prodotti locali e stagionali, le tipicità del territorio insomma.
Un opera unica quindi, un ponte tra presente e passato che ci permette ancora oggi di ricostruire una parte non solo di storia del cibo, ma anche della società e della cultura di un pezzo d'Europa.

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