Grimod de la Reyniere, padre delle moderne recensioni.

Alexandre Balthzar Laurente Grimod de la Reyniere (Parigi, 20 novembre 1758 - Villiers-sur-Orge, 25 dicembre 1837) fu un gastronomo francese.  Personaggio particolarissimo, appartenente ad una famiglia molto ricca di Parigi con una meravigliosa casa sugli Champs-Elisées, fu educato ed abituato fin da piccolo alla bella vita, al lusso ed alla raffinatezza, ai balli eleganti ed ai conviti a base di cibo raffinato e costoso. Ereditò, tra l'altro, dal padre una ingente fortuna che gli permise di praticare la sua passione per la tavola tutta la vita, senza restrizioni.

(Louis Léopold Boilly, ritratto di Grimod de la
Reyniere, Musée Marmottan Monet, Parigi)

Di carattere molto particolare, direi indomabile, nel 1786 fu radiato dall'ordine degli avvocati per un piccolo libro anti nobiliare, comportamento che gli consentì però successivamente di passare incolume i tumulti della Rivoluzione Francese.
La sua passione per il buon cibo e la gastronomia lo portò ad essere un assiduo frequentatore dei ristoranti, tra l'altro, fu di fatto l'inventore della critica gastronomica attraverso il suo "Almanach de Gourmand". La prima edizione di circa 280 pagine venne pubblicata nel 1802 e riscosse molto successo, tanto da aver avuto diverse pubblicazioni successive, fino al 1832.

(Seconda edizione dell'opera)

C'è da riconoscere che fu davvero una vera e propria figura di transizione tra i riti e i miti dell'ancìen régime e ciò che successe dopo, questo non solo in ambito culturale e sociale ma anche gastronomico per due motivi fondamentali: da un lato fu esempio e testimone concreto delle mutazioni della cultura attorno alla gastronomia che avvennero grazie alla rivoluzione, ovvero la nascita dei ristoranti, luoghi nuovi profondamente differenti dalle osterie perché raffinati e destinati alla borghesia che voleva gustare cibi succulenti e di prestigio, diversi insomma da quelli proposti nelle taverne. Un tipo di locale nato grazie all'ingegno dei cuochi di corte che, a motivo della rivoluzione, rimasero senza lavoro e si ingegnarono al meglio.
Il secondo motivo si verificò attraverso una raffinatezza particolare, molto provocatoria; i suoi pranzi e cene erano infatti molto particolari, l'esempio che forse viene ricordato più di tutti è un pranzo organizzato nel 1783 in cui al centro del tavolo era disposta una bara, una critica aspra e pungente insomma ad alcuni degli aspetti del "vecchio regime".
Durante il periodo rivoluzionario viaggiò molto e rientrò a Parigi solo quando i tumulti terminarono. Fu allora che al nostro protagonista venne l'idea di creare una pubblicazione, quella di cui ho accennato in precedenza, in cui inserire opinioni, anzi, delle recensioni di caffè, ristoranti e botteghe di prodotti golosi. Un vero e proprio antenato insomma di tutte le realtà di oggi.
Ma le sue attività per il mondo gastronomico non si fermano certo qui, nel 1803 creò un Jury dégustateur, cioè un gruppo che degustava e valutava ricette decretando le più meritevoli.
Vorrei concludere questo breve viaggio con un'altra curiosità riguardante il nostro protagonista, che si lega idealmente al panorama gastronomico odierno e, anzi, ne è l'antenata: infatti uno dei detti che sono presenti all'interno dell'opera è un vero e proprio elogio alla lentezza a tavola, un anticipo delle teorie slow che sono sorte alcune decenni fa e continuano a riscuotere un enorme successo.

"Un vero goloso ama fare le diete quanto mangiare in fretta una buona cena."

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