Pizza, una parola e più significati.


Oggi quando parliamo di "pizza", intendiamo sempre quel prodotto lievitato, condito in vario modo e cotto al forno, associato quasi indissolubilmente al Bel Paese. E' innegabile infatti che la pizza sia una presenza forte nei consumi odierni, non solo italiani ma anche di moltissimi altri Paesi.
E' inoltre da considerare come essa nel corso della storia sia stata associata da manuali e documenti delle tradizioni ad altre preparazioni apparentemente simili come le focacce a causa di diversi fattori: forma, modo in cui viene preparata o condita, lievitazione (solo per citarne alcuni). Certo è che anche per questi motivi, la nostra protagonista si è legata nel corso del tempo a molti territori italiani, non solo Napoli, che ne è di fatto la matrice culturale.


(Filippo Palizzi, il pizzaiuolo, 1858)


Per "pizza" nel corso del tempo non si è inteso solo l'insieme di preparazioni appena esposte, la sua presenza nella cultura alimentare e sociale è frutto di stratificazioni che coinvolgono spesso anche settori che hanno poco a che vedere con il mondo alimentare. Proprio per questo motivo tale termine può essere utilizzato in numerose altre situazioni o con differenti funzioni.
Il primo caso che desidero citare e che riguarda comunque il mondo del cibo è il suo utilizzo per indicare altri alimenti, non solo nel caso che ho citato in precedenza, ma in un discorso più ampio.
Nella prima metà del Cinquecento infatti Annibale Caro, traduttore, poeta, numismatico e drammaturgo marchigiano, in una sua opera utilizza la parola "pizza" per indicare un tipo di formaggio a cui essa si legava a causa della forma. Un aspetto importante quello appena citato perché estendibile anche ad altri settori in virtù di analogie riguardanti un aspetto visivo. Fino a pochi decenni fa, per esempio, in ambito cinematografico, era utilizzata per indicare i contenitori delle pellicole dei film e, successivamente, per estensione le pellicole stesse.
Dopo questo primo esempio è chiaro che l'insieme dei significati associabili alla parola non si fermino certo qui, essa infatti è utilizzata per indicare aspetti rilevanti dal punto di vista sociale o che comunque fanno riferimento a questa tematica. L'esempio più significativo che desidero menzionare è l'espressione "ti do una pizza in faccia", pronunciata quando si perde la pazienza; a fianco a essa è doveroso ricordare anche come possa essere utilizzata per indicare una situazione particolarmente noiosa o una persona pesante. Gli ultimi esempi citati si legano in modo particolare col mondo alimentare a indicare come il cibo possa unirsi anche a tematiche diverse, come ho del resto già esposto. Essi infatti sarebbero riconducibili anche al fatto che nel passato la nostra protagonista sovente fosse stata considerata come un alimento pesante o comunque di difficile digestione.


(Il pizzaiuolo, XIX secolo)


Negli altri Paesi la pizza è conosciuta come l'alimento più indicativo dell'Italia, pochi altri cibi (come gli spaghetti) possono vantare una simile conoscenza e diffusione. Ovviamente il fenomeno non si ferma certo qui, la sua espansione è saldamente associabile al consumo; proprio quest'ultimo aspetto può, a mio avviso, essere soggetto a due ulteriori suddivisioni: pizze gourmet e pizze preparate nei fast food. Le prime, diffuse soprattutto nel nostro Paese sono proposte volte a valorizzare il prodotto, il suo modo di produzione e la storia, strettamente legati a determinate zone geografiche, alle loro tradizioni e alle genti che vi abitano; le seconde, proposte generalmente nei fast food, sono collegate all'esigenza di avere prezzi competitivi trascurando però spesso, purtroppo, la qualità delle materie prime e il metodo di preparazione.
E' da sottolineare inoltre come negli altri Paesi il concetto di "pizza" venga spesso stropicciato o addirittura abusato attraverso la preparazione di cibi che hanno poco a che vedere con quello prodotto in Italia, sia per il metodo di produzione che per le materie prime utilizzate o, anche, gli abbinamenti discutibili. Sempre in riferimento alla pizza in altri Paesi occorre anche precisare che non sempre questo termine nel corso della storia ha avuto un'accezione positiva; a volte infatti, soprattutto nel secolo scorso, è stato utilizzato per indicare gli aspetti negativi del modo di fare degli italiani (una presunta pigrizia) o della società italiana (questioni od operazioni legate alla lotta alla malavita organizzata).
Infine, sebbene gli elementi e i significati legati a questo nome ed al prodotto che ne indica sarebbero veramente tanti, è doveroso ricordare come la pizza, quale simbolo del "saper fare" tipico del Bel Paese ed anzi, napoletano, sia associata anche alle meraviglie della natura che si possono scorgere visitando quel pezzo d'Italia. Tra i diversi esempi a tal proposito Matilde Serao è indubbiamente il caso più conosciuto, sebbene vi siano altri letterati che nel corso della storia hanno decantato il prodotto con le numerose tematiche che lo coinvolgono; luoghi, materie prime e sentimenti che sono frutto di operosità, amore e tanta storia.
Un alimento quindi unico, per la bontà e complessità di significati che vi ruotano attorno e che sono un esempio vivo di come un prodotto alimentare sia molto di più di un "semplice cibo", ma portatore di significati storici, culturali e sociali che meritano di essere conosciuti, tutelati e studiati.

Commenti

  1. La pizza è il cibo più mondo al mondo, è ovviamente orgoglio italiano

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  2. piccolo contributo. In Brasile, dove la pizza non ha niente a che vedere con la nostra, usano l'espressione "acabar em pizza"che potrebbe essere tradotta a "tarallucci e vino" sopratutto in campo giudiziario e/o politico per voler dire che alla fine non succede nulla

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    1. Bellissimo contributo, aggiungo. Grazie mille! Molto interessante.

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  3. Vorrei dare un contributo al post indicando come in Sicilia (o per lo meno a Messina, di cui ho esperienza diretta) il termine "pizza" sia altamente evitato e sostituito con la parola "focaccia": questo perchè con "pizza" si indica nel dialetto locale l'organo sessuale maschile. Ricorrere a "pizza", quindi, risulterebbe alquanto imbarazzante.

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    1. Estremamente interessante! Ottimo contributo, grazie mille!

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  4. Nelle Marche, Senigallia, il termine pizza viene usato anche per degli sciami di vespe o api che si rifugiano in un riparo o anfratto.
    Nell'intendere invece la pizza viene più genericamente definita come "crescia". Ricordo molto bene come l'uso del termine pizza sia piuttosto recente, soprattutto per intendere la pizza rotonda e mangiata al ristorante, mentre il termine crescia viene ancora usato per descrivere la pizza al taglio propria del cibo da strada.

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