Curiosità e aspetti culturali attorno al tartufo, re della terra.
"I golosi di tutte le epoche non hanno mai pronunciato il nome del tartufo senza portare la mano al cappello"
Queste parole di Alexandre Dumas la dicono lunga sulla presenza del tartufo non solo nella gastronomia di altro livello dei secoli scorsi, ma anche e soprattutto nella cultura legata al cibo e nei suoi intrecci con letteratura, arte e buon gusto.
Del resto la sua nascita e crescita non hanno da sempre solo destato curiosità e stupore, ma sono state oggetto di leggende e credenze popolari. Ebbe infatti un rapporto strettissimo con le popolazioni del Mediterraneo e, in particolar modo, con alcune civiltà. Del resto Plinio il Vecchio, scrittore, naturalista, figura politica e militare romana, nella sua opera "Naturalis Historia", documenta come il tartufo fosse particolarmente apprezzato sulle tavole romane di alto livello e il cui uso fu una delle felici e gustose influenze del mondo etrusco. Ma del resto era già ampiamente conosciuto tra i Babilonesi e le popolazioni della Mesopotamia.
Una materia prima certamente curiosa, nascosta, non solo fisicamente ma anche culturalmente. Poco si sapeva anticamente sulla sua nascita e crescita, era diffusa infatti la credenza attribuita a Plutarco di Cherone, secondo la quale nasceva dalla combinazione di tre elementi: acqua, fuoco e fulmini scagliati da Zeus vicino a una quercia.
Nonostante il Medioevo fu un periodo cupo per il nostro protagonista, considerato velenoso o, addirittura, profondamente associato al demonio a causa della sua origine ipogea e del particolare profumo derivante da composti solforati, non mancano le voci in contrasto. Petrarca infatti, uomo di profonda cultura e sensibilità, assolutamente anticipatore dei tempi, all'interno dell'opera "Il Canzoniere", che narra la vita interiore del poeta attraverso il linguaggio della poesia, associa lo sguardo di Laura al nobile prodotto della terra.
Certo non è l'unica presenza del tartufo all'interno della letteratura, col Rinascimento infatti e la sostanziale modificazione della cultura ma anche dei gusti culinari, il prezioso dono della terra torna a essere un prodotto apprezzato. Il primo vero trattato a lui dedicato infatti è di Alfonso Ciccarelli, storico e scrittore, autore dell'opera "Opusculus de tuberis".
Furono numerosi poi i trattati scientifici, gli studi e le descrizioni a lui dedicate. Nel XVIII secolo, per esempio, il Conte de Borch gli dedicò una monografia dal titolo "Lettres sur les truffes du Piemont", ma anche Vittorio Pico, medico torinese, che nel 1788 descrisse il tartufo bianco col nome "Tuber Magnatum". Nonostante tutte queste presenze illustri e curiose, fu solo nel 1831 che si ebbe la prima descrizione scientifica da parte di Carlo Vittadini nella sua opera "Monographia Tuberacearum". L'immagine del Tartufo Bianco d'Alba da un punto di vista internazionale si deve al famoso imprenditore e albergatore/ristoratore italiano Giacomo Morra, nel 1929.
Alle numerose proprietà benefiche o nocive che gli sono state associate nel corso dei secoli, sicuramente l'essere un ottimo afrodisiaco è ancora presente oggi. A quest'ultima la ricerca cosmetica ha associato negli anni la capacità di combattere l'invecchiamento e attenuare l'insorgenza delle rughe, motivo per cui sono nate numerose linee di creme che sfruttano alcuni dei suoi componenti.
Anche arte e letteratura hanno saputo nel tempo celebrarlo e documentarne riti, gusti e presenze non solo nelle cucine delle varie epoche ma anche e soprattutto nei differenti Paesi.
Come non ricordare poi le scene sontuose e prelibate del film "Il pranzo di Babette" di Gabriel Axel (1987) in cui compare nella preparazione delle straordinarie quaglie en sarcophage? Non tutti sanno però che il famoso artista Monet, attento ed esigente gastronomo, era un grande estimatore dei tartufi che inseriva nei suoi menù più sontuosi, generalmente preparati in occasione delle festività natalizie.
Come non concludere poi con il titolo, curioso, con cui inizia la famosa opera di Antonio Fogazzaro "Piccolo mondo antico", ovvero "risotto e tartufi"?
Curiosità, storie e legami attorno a un rapporto unico, quello tra tartufo e cultura, espressione della sua presenza forte nella vita dell'uomo e nelle varie sue espressioni del sapere.
Commenti
Posta un commento