Fenomeno Food Porn.


Il termine "Food Porn" fu utilizzato per la prima volta nel 1984 da Rosalind Cowards, giornalista, scrittrice e docente universitaria. Negli anni questa espressione si è letteralmente riempita di significati, influenzando non solo i media e il mondo del cibo ma anche le nostre vite. Spessissimo infatti ci capita di vedere persone intente a fotografare piatti, materie prime o luoghi legati al cibo, noi stessi spesso condividiamo le nostre uscite in ristoranti o locali, pubblicando sui vari tipi di social fotografie e descrizioni di ciò che mangiamo. Quali sono tuttavia le implicazioni di questo fenomeno? Attraverso questo breve approfondimento desidero riflettere su alcuni punti che lo caratterizzano, per definirne meglio i contorni e la sua presenza oggi.

Il cibo è, generalmente, per sua stessa natura sinonimo di condivisione, scambio, socializzazione e veicolo per generare legami sociali e coesione. Il fenomeno del Food Porn ha ribaltato queste caratteristiche perché concentra la sua attenzione non sul cibo in sé ma sulla sua immagine. Ciò ha generato delle inevitabili e forti mutazioni: un'attenzione all'estetica, intesa come presentazione del piatto e delle materie prime o, in generale, del cibo da fotografare o riprendere; l'accentuazione di alcuni aspetti che possono essere ricondotti al mondo alimentare e alla sua totalità, ma traslati solo in virtù delle immagini (desiderabilità, raffinatezza o, al contrario semplicità, solo per citarne alcuni); infine, la nascita e sviluppo di tecnologie che modificano fortemente l'aspetto e quindi, sostanzialmente, anche parte del soggetto.



Quelli appena menzionati sono solo alcuni degli elementi che possono essere presi in considerazione per questa analisi. La caratteristica che, probabilmente, più di tutti ha subito un forte cambiamento è la condivisione, passando dalla materialità a, in un certo senso, l'intangibilità, attraverso lo scambio di immagini di cibo attraverso i vari canali sorti in questi ultimi decenni. 

Vi è anche (come ho citato in precedenza) una differenziazione, tutt'altro che banale o secondaria, tra il concetto di "modificazione" del cibo applicato ai due mondi: reale e virtuale. Nel primo caso infatti questo aspetto è applicato materialmente, attraverso i processi di trasformazione e/o cottura degli ingredienti che mutano la loro consistenza, l' aspetto, le caratteristiche fisico-chimiche e organolettiche. Nel secondo, invece, le modificazioni non sono reali ma frutto di interventi a carattere digitale che, con lo scopo di migliorare il soggetto, a volte ne modificano anche pesantemente gli elementi caratterizzanti. Quale dei due è vero cibo? Quali deformazioni culturali e sociali genera tutto ciò? Premesso che lo scopo di questo approfondimento non è dare ragione all'uno o all'altro, ritengo sia fondamentale porci queste domande per capire conseguentemente che tipo di rapporto vogliamo avere con ciò di cui ci nutriamo.

Per comprendere meglio i significati di tutto questo, ritengo sia opportuno chiarire il significato della parola "Porn", termine che delinea la capacità di un individuo o di un oggetto di attirare l'attenzione su di sé e riuscire a mantenerla. Caratteristica, se ci pensiamo bene, assolutamente importante, utilizzata non solo da chi lavora su differenti livelli nel mondo dell'immagine legata al cibo ma anche dalle aziende. Un fenomeno interessante, sia per gli impieghi che fino alcuni anni fa sono stati fatti, che per le conseguenze dal punto di vista sociale. Molte grandi aziende legate al fast food infatti, utilizzando questa importante caratteristica e le tecnologie per produrre immagini e video, hanno enfatizzato alcune caratteristiche dei prodotti da esse offerti: dimensioni, quantità, abbondanza in condimenti e texture particolari. Si è generata così una sorta di confusione diffusa attorno al vero significato di "food porn", associato ancora oggi troppo spesso al "junk food" e alle sue valenze negative sia in termini di salute che dal punto di vista culturale e sociale.



C'è anche da precisare che, in generale, a volte le immagini possono trarre in inganno il consumatore generando false aspettative e quindi delusione per le differenze tra le immagini esibite sui canali social o siti internet, e la realtà del prodotto offerto. Dal lato opposto tuttavia in alcuni ambiti particolari, i blog di cucina, le fotografie non perfette e i piatti semplici e non particolarmente elaborati spesso sono delle caratteristiche che generano effetti curiosi, perché catturano l'attenzione del pubblico rendendolo partecipe e interattivo perché non intimorito da elaborazioni culinarie troppo complesse o, addirittura, perfette.

La finzione legata quindi al cibo non ha solo implicazioni sociali ma anche antropologiche, legate cioè alle caratteristiche e alle funzioni insite non solo in quello che mangiamo ma anche alle sue molteplici trasformazioni, veicolo di significati fortissimi già dai tempi remoti.

Un modo di fare fotografia diffuso fino ad alcuni anni fa e ora sempre meno utilizzato a vantaggio della materia prima reale, era l'utilizzo di prodotti che spesso non erano nemmeno commestibili ma avevano un'elevata resa in termini visivi. Un aspetto legato alla tecnica fotografica del cibo che forse non tutti conoscono ma che aggiunge altri tasselli al nostro ragionamento e soprattutto al legame tra cibo, immagine, reale e finzione.

Ancora oggi, come ho avuto modo di ricordare all'inizio di questo viaggio, il Food Porn è assolutamente presente e di vitale importanza; Instagram è l'esempio lampante di quanto appena affermato. In virtù di ciò si sono diffusi numerosi corsi, articoli, tutorial che insegnano a produrre foto e video in cui l'immagine alimentare risulta perfetta, utilizzando spesso come slogan la famosa frase che "il cibo si mangia anche con gli occhi". E' vero, del resto è sempre stato così, la ricerca estetica, del bello associato al buono caratterizza la cucina da moltissimo tempo, con forme e modi differenti, ma unendo Occidente e Oriente. Tuttavia, se i sensi sono anche mezzi attraverso cui ci facciamo un'idea del mondo, lo esploriamo e conosciamo, che relazione possiamo instaurare con un'immagine che non corrisponde alla realtà o le è fedele solo parzialmente? Ciò di cui ci nutriamo, il gusto ce lo insegna, incuriosisce, risveglia, tenta e appaga, a patto che il rapporto con esso sia reale e non totalmente affidato all'aspettativa generata da un'immagine.

Spesso si sente affermare che l'estetica associata ai piatti, caratteristica da sempre legata alla cucina di un certo livello, attraverso il Food Porn sia stata resa accessibile a tutti, senza distinzione alcuna. E' realmente così? L'immagine di un gelato di un fast food gonfio, grasso, irrorato di zuccherini colorati o di cioccolato è realmente e concettualmente identica a quella di un piatto di alta cucina

Riflettere sul rapporto tra immagine, aspettative, aspetti etici e culturali credo sia fondamentale, ora più che mai, per ridare realmente un valore più pieno al cibo, senza manifesti o ipocrisie, apprezzando ciò che può darci perché frutto di storia, fatica, lavoro e passione. Una riflessione, insomma, assolutamente ancora aperta!

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